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9«mide 9 al pari di qne di Venezia *, ed il Cioccarclli ci dice, che nelle scritture apporvi soleva il sugello di piombo (i). — U rispetto che la nostra Amalfi allora tributava alF impero greco, ad altro non serviva che farsi di quel nome scudo, quando li bisoguaya. Ad ogni modo non ebbe ella in costume di n<Hninare nei documenti e nel fronte degli atti, che in detta Ducea si eseguiano, né i nomi degl* Imperadorì che regnavano 9 né gli anni del loro Impero ^ a differenza del dn* cato Napoletano, che tale usanza seguiva (2)* Forse que’ Cesari rinunciarono a tal dritto di cancel* leria, meno per ignoranza che per debolezza. Dopo r invocazione dì Gesù, e F indicazione del giorno, e dell* indizione negl’istrumenti apponevasi soltanto il nome del Doge allora dominante. Di ciò ne abbiamo chiarissime pruove nelle carte in allora redatte e nei paesi alla stessa Dacea d’Amalfi appartenenti. — Con sorpresa poi troviamo gli Amalfitani, i Napoletani, i Gaetani, ed i Sori*entini fiir la guerra e la pace co^Ixmgobardi senza che si facesse mai parola delP impero Greco. Vedremo pur anche Timperador d* occidente servirsi della flotta amalfitana per liberar Attanasio vescovo, dalle mani del iniquo duca di Napoli Sergio suo nipote ec. (i) Utufr plumbei sigilli antiquitus èst, et etiam Duce* Amalphitanorum tempore Longobardorum, foden^ signandi genere asos oompertum habemus. Chioccarello antist. Neapolit. Eccles. catal. p. i36. (a) AmalphitaDÌ, et Cajetani saorum Ducum nominihus praenotaverant tcripturas, et instrumeata» secus autem faciebant Neapoiitani y qui certis temporum intenrallis solum nomiiu et tempora imperatorom Graecorum exprimebant; ut in tumulo Boni ConsnI et Duz Meapolis. Camil. Peregrìn. hist. Longob. lib. I. p. Sa;, et ex tract. fio. Bcnev. Due. pag. 3i. 71.