Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/103

85» giunto vicino a Salerno, nel mentre piantava il cam» pò lo stesso Ademario, co’ figli di Dauferio, e co’ Sa» lernitani, con tal furia se gli avventò sopra, che met» tendo tutta la loro speranza nelle gambe, lasciando» quanto avevano, si diedero ad una precipitosa fuga e» -moltissimi vi rimasero uccisi. Radelchi se ne tornò^» fuggendo e colmo di scorno». Le Provincie beneventane, divise allora fra contrarle fazioni di due competitori, furono avvolte fra tutti gli orrori di una lunga e crudele guerra civile. L’armata di Siconolfo avendo prima conquistata gran parie delle Calabrie e della Puglia, s’incaminò a Benevento, che cinse di stretto assedio: ma i seguaci di Radelchi difendendo con fermo valore quella Città obbligarono Siconolfo a lasciare tale impresa. Radelchi intanto per accrescere alle sue armi maggior potere, comandò a Pan* done di assoldare i Saraceni, che vedendo in quel tempo i principi Longobardi in guerra ira loro y, erano dalla Sicilia sbarcati a Taranto, depredando le vicine contrade. I Saraceni chiamati da Radelchi in suo soccorso si accamparono intorno a Bari ^ e benché a lui si appartenesse quella Città, pure la sorpresero di notte a tradimento, uccisero una gran parte degli abitanti, ed altra ne condussero prigioniera, dopo aver gittato in mare lo stesso Pandone, che a nome di Radelchi governava. Entrati nel territorio di Siconolfo, furono prima respinti con grave loro perdita ma unitisi poco dopo all’armata di Radelchi, invasero il Castaldato di Capua, che il barbaro loro furore devastò, incendiando quell’antica ed illustre Città. L’esempio di Radelchi fu seguito imprudentemente da Siconolfo, che nel 84 1 chiamò dalle Spagne in sua difesa altre schiere di Saraceni, dai quali si accrebbero i mali e T orrore di quella ostinata e crudele guerra civile: poiché i Saraceni cho combat*