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introduzione 5


Dall’idea di diritto nasce spontanea l’idea di giustizia. Un animo retto ama l’ordine in se e negli altri, e per conseguirlo ha la volontà abituale di rispettare gli altrui diritti, di compiere i doveri correlativi. Questa volontà abituale di far sì che al Diritto corrisponda l’adempimento del Dovere, dicesi Giustizia.

Data la nozione del diritto, vediamo quali condizioni sono necessarie affinchè questa idea si svolga nella mente dell’uomo.

§. 4. Condizione necessaria a quello svolgimento è la Società. Ed in vero, supponiamo l’uomo isolato, solo nello universo. Egli non troverebbe altri ostacoli alla sodisfazione dei suoi bisogni, se non che nella resistenza degli oggetti esteriori; la sua volontà sarebbe limitata soltanto dalla sua potenza. L’ostacolo che egli trovasse nella resistenza degli oggetti esteriori, o deriverebbe da una forza superiore alla sua, o da forza inferiore. Nel primo caso egli dovrebbe soggiacere; nel secondo trionferebbe; ma in niuna di queste due ipotesi, egli formerebbe il concetto di diritto. Nell’idea di diritto noi ci rappresentiamo sempre una facoltà, che possiamo esternamente esercitare con la certezza che nessuno possa farci una ragionevole opposizione, la quale ove ci fosse fatta, potrebbesi da noi con la forza fisica respingere. Di fronte ad esseri irragionevoli, come formarci quella rappresentazione? È solamente per remuovere ostacoli che all’uomo oppongono esseri al pari di lui ragionevoli, che egli concepisce l’idea di diritto ed invoca il diritto; perchè soltanto costoro possono intendere la conformità dell’azione eseguita da lui con la legge morale, e convintisene desistere dal contrastargli. Unicamente sopra esseri dotati di intelligenza e di volontà può agire la Verità ed il Bene, fondamenti del diritto.

Il Rosmini nella sua Filosofia del Diritto sostiene, che l’uomo anche solo sulla terra avrebbe potuto concepire la idea di diritto. Egli crede che gli basterebbe l’idea della possibile coesistenza di altri uomini, per formarsi quel concetto. Ma questo è un fare dell’uomo primitivo un filosofo speculatore capace delle maggiori astrazioni. Bisogna invece concepirlo come avente idee soltanto determinate dalla materiale presenza delle cose