come la Morale, il considerare la Giustizia come una Virtù, non è strano nè incoerente. Ma questa definizione non sarebbe esatta, se si intendesse che il Giureconsulto avesse voluto definire la Giustizia Civile, quella Giustizia della quale si contentano le leggi Civili e Positive, che il Legislatore terreno esige, e della quale è sodisfatto. I Legislatori nostri in vero, si contentano che il Cittadino si conduca conformemente alle Leggi emanate da loro, nè investigano se ciò dipenda dall’amore puro del bene e della Virtù, o piuttosto dallo interesse o dal timore delle pene. La definizione, che esaminiamo, più all’Etica che al Diritto si conviene. Per questa definizione la Volontà di dare a ciascheduno il suo, deve essere costante (constans) cioè ferma, invincibile nella sua resistenza, irresistibile nella sua forza. Deve di più essere perpetua cioè durevole, non cessare mai, non essere intermittente. Ma quale è la ragione, per la quale in questa definizione si richiede la perpetuità nella volontà? Comunemente si ritiene, che l’adjettivo di perpetua sia adoperato invece dell’avverbio perpetuamente, talchè il senso della definizione sia: che la Giustizia è la costante volontà di dare perpetuamente a ciascuno il suo, vale a dire in tutte le circostanze, in tutte le emergenze. Non si potrebbe considerare come uomo giusto, dicono i sostenitori di questa opinione, chi si astenesse dal male soltanto fino al momento in cui potesse commetterlo impunemente; finchè non gli si presentasse l’opportunità di violare gli altrui Diritti, con speranza di successo. Giusto, concludono, è chi vuole il bene perchè è bene, e lo vuole sempre, in qualunque emergenza. Ciò non pertanto non è da disprezzare l’opinione di chi crede, quella qualifica di perpetua essere stata adoperata nella definizione in esame, in conseguenza del principj della Stoica filosofia, del quali era imbevuto Ulpiano, (cui quella definizione appartiene) alla pari di molti altri dei classici Giureconsulti Romani. Per gli Stoici infatti, ogni virtù doveva essere una costante e perpetua volontà, per essi era sempre malvagio chi lo fosse stato una sola volta. Ora la Giustizia essendo considerata da Ulpiano come Virtù,