Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
introduzione | 139 |
§. 203. Il primo insegnamento di Diritto Romano, che godesse di grande reputazione, fu quello che Irnerio, già maestro di Grammatica, aperse in Bologna verso l’anno 1100. Pare che prima di lui, a Ravenna esistesse di già una Scuola di Diritto, ma la reputazione di quella di Irnerio la eclissò siffattamente, che a mala pena ne rimase un barlume nella memoria degli scrittori di quel tempo. Vi ha chi pretende, che anche in Bologna, Irnerio non fosse il primo ad insegnare il Diritto, e si cita un Pepo qual suo precedessore: ma la celebrità di Irnerio fece dimenticare quelli, che prima di lui erano entrati nel nobile arringo. Le lezioni di Irnerio attrassero da tutte le parti di Europa la gioventù in Italia, ed in folla accorrevasi in questa classica terra a far tesoro di un sapere, allora peregrino. Dalla Scuola Italiana uscirono abili Giureconsulti, che ritornando ai patrii lidi diffondevano le cognizioni giuridiche Romane attinte in Italia, ed eccitavano un desiderio irrefrenato per lo studio della Legislazione di Roma. Il Principato Civile incoraggiava questo studio, per farne argomento di opposizione al Diritto Canonico. Per cotal guisa il Diritto Romano fu trasmesso dall’Italia, alle altre nazioni; ed è da osservare che esso fosse accolto da per tutto, come i Glossatori lo avevano rappresentato, quasi una incarnazione della ragione civile, quale una legge razionale superiore alle altre leggi tutte, di cui doveva temperare l’iniquità, supplire l’insufficienza, insegnare l’applicazione; un Diritto umanitario, cui tutti i popoli cristiani dovevano obbedire. A questo resultamento conferì per avventura l’idea predominante in quest’epoca, cioè che il Sacro Romano Impero, ritenuto in teorìa quasi una monarchia universale di tutta la Cristianità, fosse una prosecuzione dell’Impero Romano, e gli Imperatori Germanici fossero legittimi successori di Giustiniano.
§. 204. È stato creduto lungamente, che al Risorgimento del Diritto Romano, porgesse occasione il ritrovamento in Amalfi di un manoscritto delle Pandette. Stando ad una popolare leggenda si raccontava, che Lotario II. espugnata quella città nell’anno 1135, trovato quel manoscritto, lo aveva regalato ai Pisani