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introduzione | 135 |
§. 192. Teofilo uno dei compilatori delle Istituzioni, ne diede l’esempio, e per l’uso dei suoi scolari di Costantinopoli rivestì di greca forma quel libro elementare. Di questa parafrasi greca fatta da Teofilo, più manoscritti giunsero fino ai tempi nostri, sui quali la migliore edizione che sia stata fatta e quella di Reitz (La Haye 1751), in cui il testo greco è accompagnato da una traduzione latina, e da molte note. Il lavoro di Teofilo è importante per noi, perchè ci mostra come si interpretassero le Istituzioni ai tempi nei quali erano state pubblicate, e come le interpretasse chi aveva contribuito a comporle.
§. 193. Anche i Digesti furono obietto di molte parafrasi, fra le quali quella che ebbe a godere di credito maggiore, fu la grande parafrasi di Stefano. La parafrasi del Codice eseguita da Talleleo, fu pure assai stimata. Doroteo, altro compilatore delle Istituzioni, compose dei Commentarj sul Digesto, sul Codice e sulle Novelle.
§. 194. Non molto dopo la morte di Giustiniano, Giuliano Professore di Diritto a Costantinopoli, pubblicò un Compendio in lingua latina di 125 Novelle, sotto il titolo di Epitome Novellarum, che i Glossatori nel Medio Evo chiamarono per antonomasia Novella. Quasi contemporaneamente comparve una traduzione latina di 134 Novelle Greche, che poi fu chiamata Corpus Authenticum, per distinguerla dall’Epitome di Giuliano.
§. 195. La moltiplicità delle Costituzioni emanate dai successori di Giustiniano, i Commentarj diffusi e talvolta contradittorj, le traduzioni non sempre esatte delle leggi Romane, tuttociò unito alla repugnanza, che fin da primo i popoli Orientali avevano sempre avuto, per le compilazioni troppo Romane ordinate da Giustiniano: faceva desiderare una nuova Revisione della Legislazione, una pubblicazione autentica, ed in lingua greca della medesima. E Leone l’Isaurio credè satisfare a questo desiderio nell’anno 740 con la sua scelta delle leggi, sunto in 18 titoli. Ma questo lavoro, perchè manchevole ed arbitrario, ben presto fu disprezzato.