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130 | introduzione |
letteralmente i passi delle opere poste a contribuzione: valendosi delle ampie facoltà accordatele da Giustiniano, la Commissione attribuì a qualche antico Giureconsulto dei testi che essa stessa aveva fabbricato, ed altri ne alterò, modificandoli. Cotali alterazioni vengono designate col titolo di Emblemata Triboniani. Questo immenso lavoro, a compiere il quale, la Commissione poteva impiegare 10 anni di tempo, fu da essa terminato in tre anni. Ed il 16 Dicembre 533 fu pubblicato (con la dichiarazione che avrebbe avuto forza di legge il 30 del mese stesso), sotto il titolo di Digesta o Pandectæ; Digesta, da dirigere in partes, dividere in parti e ordinare; Pandectæ voce derivante dal greco, e che nel suo significato etimologico esprime raccolta completa, che contiene tutto. L’opera fu divisa in 50 libri, e i libri suddivisi in titoli, (all’infuori dei libri 30, 31, 32 che non hanno suddivisione di titoli) i titoli sono suddivisi in frammenti o leggi, che hanno l’indicazione del nome del Giureconsulto e del nome dell’opera cui appartengono. Questi 50 libri sono poi raggruppati in sette parti, delle quali la prima contiene i primi 5 libri, la seconda i 7 seguenti, la terza dal libro 12.° al 19.°, la quarta dal 20.° al 27.°, la quinta dal 28.° al 36.°, la sesta dal 37° al 44.°, la settima dal 45.° al 50.°. Le materie in generale sono classate secondo l’ordine, adottato da Salvio Giuliano, nello Editto. Il Blume ha osservato che in ogni Titolo di ordinario si riscontrano tre distinte serie di estratti; la prima serie cortiene estratti dei Commentarj sopra Sabino, la seconda serie estratti dei Commentarj sull’Editto la terza estratti delle opere di Papiniano, e di alcune Monografie sopra istituzioni giuridiche recenti. Qualche volta l’ordine di queste serie è invertito, o mutato, ma esse sono sempre bene distinte (Vedi Hugo nella Themis T. III.)
§. 185. Nel 533, mentre ferveva il lavoro intorno al Digesto, Giustiniano incaricò Triboniano, Teofilo e Doroteo, questi ultimi due professori di diritto, l’uno a Costantinopoli l’altro a Berito, di comporre un opera elementare destinata a servire di istradamento alla gioventù negli studj giuridici. Quest’opera fu