menti) Tarrunteno Paterno (2 frammenti), Ulpio Marcello (159 frammenti), Cervidio Scevola (307 frammenti). Tertulliano (45 frammenti) Claudio Trifonino (79 frammenti), Arrio Menandro (6 frammenti) V. Saturnino (71 frammenti) Giulio Aquila (2 frammenti) Callistrato (99 frammenti) Elio Marziano (275 frammenti) Emilio Macero (62 frammenti) e Florentino del quale le Pandette hanno 42 frammenti, tratti dalle sue Istituzioni in XII libri; in cui adottò per certo un ordinamento di materie assai diverso da quello di Gajo. Ma al di sopra di questi, e degli altri tutti fin qui ricordati, sono i 4 grandi Giureconsulti: Emilio Papiniano, Giulio Paolo, Domizio Ulpiano, Erennio Modestino. Il principe dei Giureconsulti è, per giudizio, degli antichi e dei moderni Scrittori, Emilio Papiniano. Amico intimo dell’Imperatore Settimio Severo, preside del Concistorium principis, Præfectus prætorio; godè la bella fama non solo di primo fra i giuristi, ma eziandio di uomo impareggiabile per integrità ed illibatezza di principj e di costumi. La nobiltà del suo carattere gli fu cagione di morte violenta. Caracalla, avendo ucciso Geta, voleva che Papiniano lo giustificasse del fratricidio; ma a quella coscienza intemerata sembrando, che accusare un innocente assassinato, fosse un secondo assassinio, coraggiosamente ricusò di assumere il turpe incarico. Caracalla inferocito pel rifiuto, e per la rampogna che l’accompagnava, lo condannò a morte. Le sue opere più celebri sono, i libri XIX Responsorum, i libri XXXVII Quæstionum, i libri II Definitionum. Ulpiano, nato a Tiro in Fenicia, fu prefetto del Pretorio sotto Alessandro Severo, e l’uno dei Consiglieri intimi di quell’Imperatore. Morì assassinato dai Pretoriani, che si era inimicati con le sue riforme. Il suo stile facile (sebbene rimproverato dai puristi del tempo, di sapere troppo di fenicio) le sue idee limpide, il suo metodo essenzialmente sintetico, furono causa che nella compilazione delle Pandette, le sue opere venissero adoperate più delle altre. Infatti ne furono estratti 2462 lunghi frammenti, che compongono più della terza parte dei Digesti. Opere sue di grande mole furono: i