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introduzione 103

Aristone, che ebbe fama di uomo versato in ogni maniera di discipline, e del quale dovremo far menzione, trattando dei contratti Reali Innominati. Chiuderemo il novero dei Giureconsulti appartenenti alle due scuole rivali, col nome dei successori di Giavoleno Prisco, i quali furono Aburnio Valente, Tutelano e Salvio Giuliano. Aburnio Valente ha 20 frammenti delle sue opere nelle Pandette: Salvio Giuliano poi, è il redattore dell’Editto, come fu detto poco sopra. Fu pretore console, e præfectus urbis. Sono 457 i frammenti delle sue opere contenuti nelle Pandette; quei frammenti per la massima parte sono estratti dai suoi libri 90 Digestorum. Ai tempi di Salvio Giuliano viveva, sebbene assai più giovane di lui, Sesto Pomponio, autore di quel frammento de Origine juris tante volto da noi citato, e che serve di tanto lume nell’Istoria del Diritto Romano; 588 sono i frammenti, che delle sue scritture rinvengonsi nelle Pandette. Taluno ha dubitato che esistessero due Giureconsulti con lo stesso nomo di Pomponio, specialmente perchè il fr. 41 Dig. de hæred. instit. (XXVIII, 5), che è di Pomponio, termina con le parole ut refert Pomponius; ma queste probabilmente furono aggiunte dai Compilatori delle Pandette, e non debbono attribuirsi ad un Pomponio, che ne citi un altro. Sesto Cecilio Affricano fu seguace e discepolo di Giuliano; celebri per le difficoltà, che oppongono all’interpretazione, sono i 131 frammenti che di lui esistono nello Pandette, tratti dai suoi 9 libri quæstionum. Appartengono alla stessa epoca Giunio Mauriciano (4 frammenti nelle Pandette) Volusio Meciano (44 frammenti) Terenzio Clemente (35 frammenti), Claudio Saturnino (1 solo frammento,), ed il più celebre di tutti Gajo o Cajo. La fama della quale godè questo Giureconsulto nei suoi tempi, è per avventura cresciuta oggi, dopo il ritrovamento delle genuine sue Istituzioni, che tanti materiali hanno somministrato per la Storia Interna del Diritto Romano. La sua vita è sconosciuta; si ignora perfino la sua origine, e vi ha chi pretende che avesse anche un altro nome, caduto poi in dimenticanza. Visse sotto Adriano, Antonino Pio, e Marco Aurelio; non ebbe alcuno ufficio pub-