conosciuto sotto il titolo di Libri tres juris civitis. I suoi scritti ebbero tanto credito, che celebri Giureconsulti come Pomponio, Paolo, ed Ulpiano li commentarono ed annotarono. Nelle Pandette non si trova nessun frammento suo, ma il suo nome nel manoscritto Fiorentino, è nella lista dei Giureconsulti le cui opere furono poste a contribuzione dai Compilatori di quella Collezione Giustinianea. Proculo successore di Nerva, diede il nome alla Scuola; infatti, Proculejani furono chiamati i suoi discepoli; ciò dimostra che dovè godere di grande riputazione. Egli è citato spesso; pochi frammenti delle sue opere si trovano nelle Pandette. L’avversario suo fu Cassio Longino, in onore del quale i Sabiniani, furono da allora in poi, chiamati Cassiani. Discendeva da Cassio, uno degli uccisori di Cesare; se ne gloriava, e ne professava i principi; attalchè sotto Nerone fu bandito; Vespasiano lo richiamò. Scrisse alcuni Libri juris civilis, che ebbero credito anche presso i Giureconsulti posteriori. Contemporanei suoi furono altri Giureconsulti di minor conto, come Nerva il Giovane, Ursejo, Atilicino etc. Successore di C. Cassio fu Celio Sabino, Console sotto Vespasiano. Scrisse un Commentario sull’Editto degli Edili Curuli. A costui fu contrario, come successore di Proculo, Pegaso prefetto della Città sotto Vespasiano, e poi Console. Da Pegaso prese nome il famigerato Senatusconsulto Pegasiano, che autorizzò l’erede ad eseguire il fidecommisso soltanto fino ai ¾ dell’ammontare del medesimo. Nello stesso tempo sembra vivesse quel Plautio, autore di un Manuale, del quale assai fu scritto di poi (Libri ex Plautio, ad Plautium). Successore di Sabino nella scuola dei Sabiniani, fu Giavaleno Prisco, degli scritti del quale nelle Pandette troviamo 206 frammenti. Nella scuola dei Proculejani, dopo Pegaso, troviamo Celso il padre, ed il più celebre P. Celso figlio. Dei 39 Libri Digestorum di quest’ultimo, nelle Pandette si riscontrano 142 frammenti; di più è citato frequentemente, e sono spesso riferite le suo opinioni. Contemporaneamente nella scuola opposta fu Nerazio Prisco; dei suoi lavori i compilatori delle Pandette profittarono non meno di 64 volte. Visse ai suoi tempi il Giureconsulto