tavio o Tiberio. Reverente alle dottrine insegnategli, le trasmetteva inalterate ai suoi discepoli, e tenacemente le sosteneva come Giureconsulto; fedele alla pratica ed alla consuetudine, più presto che studiarsi di estendere la lettera della legge a nuove applicazioni, cercava di fare trionfare le interpretazioni, che ne erano state date per lo innanzi. Si può dunque dire, che Labeone si faceva forte sulla ragione, Capitone sulla tradizione; l’uno aveva per guida la filosofia, l’altro l’autorità. Laonde fra essi esistè quel conflitto, che occorre sempre fra le opinioni ed i principj trasmessi per tradizione e sostenuti da autorità, e le opinioni ed i principj che sono professate da chi è fiducioso nelle forze della ragione, e convinto della necessità del progresso. Questo diverso indirizzo dato da quei due solenni Giureconsulti ai loro discepoli, fece passare in costoro l’antagonismo dei precettori; di quì la distinzione di due parti o scuole. E dopo la morte di Capitone, l’antesignano della sua scuola fu Sabino, mentre Nerva lo fu di quella di Labeone. Verso il regno di Vespasiano, Proculo, capitanò la scuola di Nerva, Cassio quella di Sabino; ed i discepoli dell’uno furono allora detti Cassiani, e Sabiniani quelli dell’altro. In seguito, Pegaso tenne il primato nella Scuola di Proculo e Celio Sabino in quella di Cassio; onde la distinzione di Pegasiani e Sabiniani. Questa scissura, continuò fino al Regnò di Adriano; ma allora scomparve. Ecco il quadro dei Capiscuola nell’ordine della loro successione
Labeone |
Capitone
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Nerva |
Sabino
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Proculo |
Cassio
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Nerva figlio |
Celio Sabino
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Pegaso |
Giavoleno Prisco
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Celso |
Aburnio Valente
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Celso figlio |
Tusciano
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Nerazio Prisco |
Salvio Giuliano
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Anderebbe lontano dal vero chi reputasse, che la diversità nel carattere scientifico e politico, che dicemmo esistere fra Labeone e Capitone, si mantenesse uguale nei loro discepoli; sap-