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Nello stato non esistono che tre soli stabilimenti destinati all’allevamento delle ostriche e sono quelli del Mare Piccolo di Taranto e del Fusaro, in cui nulla o quasi nulla fu innovato da molti anni1, ed un terzo, di cui mancano allo scrivente precise notizie, impiantato da poco tempo nel lago di Torre di Faro presso Messina. Nel primo l’allevamento procede in questa guisa: Nel cosidetto Mar Grande si immergono, in primavera, fascine caricate con pietre ed ormeggiate ad acconci segnali; poscia, nell’autunno, si traggono fuori e i ramuscoli di esse che sorreggono ostriche giovani, si innestano in certe corde d'erba dette libani, che son tese nel Mar Piccolo fra pali appositamente piantati, e ivi, in capo a 18 mesi o a due anni, le ostriche acquistano dimensioni e qualità commerciali. Per effetto di una malattia che nel 1836 si manifestò nelle cozze nere (Mytilus edulis) e nel 1870 attaccò anche le ostriche, recando tra esse mortalità sempre crescente, l’industria del Mar Piccolo e ora ridotta a mal partito.

Questa malattia dipende probabilmente dallo svilupparsi di parassiti microscopici. Nel paese se ne accagionano i fondi pregni di materie organiche putrefatte e la introduzione nel Mar Piccolo di certi scoli melmosi provenienti dalla Salina Grande.

È da desiderarsi che le cause di siffatta malattia sieno investigate con rigore scientifico, e si faccia qualche tentativo per rimuoverle.

Il professore Targioni che pubblicò interessanti notizie sulla pesca nelle provincie meridionali e in Sicilia afferma che le ostriche del Mar Piccolo vi si riproducono, cioè vi generano larve, ma queste non arrivano però a buon termine nel luogo stesso è si ignora se periscano o siano trasportate altrove dalle correnti. Certo è, intanto, che anche prescindendo dalla malattia, l’industria di Taranto è attualmente assai decaduta.

Dal lago Fusaro si otteneva prima del 1860 un discreto raccolto mettendo in opera piccole scogliere artificiali, combinate col notissimo sistema delle fascine; ma da allora in poi, per cause non ben conosciute, il prodotto è venuto sempre scemando tantoché è ora quasi fallita ogni speranza di ricavarne profitto2.

L’ostreicoltura, nata si può dire in Italia, rimase fra noi allo stato rudimentale e non ebbe mai impulso da parte dello Stato e dai cittadini facoltosi e guida razionale dalla scienza; non fa quindi maraviglia che essa non faccia progressi ed anzi deperisca.

L’idea di sperimentare sui litorali italiani i sistemi applicati con si buon successo sulle coste oceaniche venne in mente a più d’uno; ma convien dire che



  1. A Taranto l'industria delle ostriche è relativamente recente e non si sa precisamente nè quando nè da chi vi sia stata introdotta; gli antichi scrittori di alieutica ne tacciono.
  2. La pesca in Italia. Documenti raccolti per cura del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, Annali del Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio, vol. 1.° parte 2.a pag. 50, Genova, 1872. Intorno al Fusaro si consulteranno con vantaggio le pregiate memorie del prof. A. Costa di Napoli e quella del signor P. Pugliese intitolata: Il lago Fusaro in Pozzuoli, Napoli 1875.