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trovò, nella stessa località del Desset, i resti di una città edificata sopra un piano di un’ora di circuito, con seicento case, di cui vedonsi ancora le fondamenta 1; ma non pare che vi osservasse rovine od iscrizioni riferibili ai Greci. Milita però a favore dell’accennata ipotesi il fatto che i Mensa, tribù di pastori che vivono al di là dei primi monti, a 7 od 8 ore di distanza dalla necropoli, si vantano discendenti dei Greci.

Tombe simiglianti furono visitate da Schweinfurth a Maman, al nord-est di Kassala. De Bisson ne vide altre non lungo da Maman, ad Antoka, in prossimità del pozzo Elocoib.

Frattanto il Beccari e l’Antinori attendevano alacremente ad incettare animali marini, ed inoltre uccidevano giornalmente nelle loro caccie belle specie d’uccelli, fra le quali: sule, gabbiani, sterne, avoltoi, Merops, tortore, lanii, cisticole, il grazioso Bucco margaritatus, il Francolinus Ruppellii, ecc. Le più importanti prede furono però le piccole drimoiche prese sulle euforbie, presso l’accampamento di Gerara, e l’enorme Ardea goliath, che trovò in Beccari il suo David, nell’isola di Tau-el-hud.





  1. Il medesimo autore scrive in proposito: «che cosa fosse questa città, se fondata dai Turchi o dai Persiani quando comandavano a Massaua, o se fosse la reggia d’alcun Baher Negasc, non saprei dire.» (Sapeto, opera citata, pag. 258.)