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26 viaggio nel mar rosso e tra i bogos.

frina che sembrano sgorgate non già dai coni vulcanici che si innalzano poco lungo, ma dalle adiacenze loro. Si osserva inoltre che il terreno sottoposto alle lave si trova spesso alterato, cotto, in una parola metamorfosato 1 dal qual fatto devesi ragionevolmente inferire che le colate sono posteriori alla formazione delle spiagge emerse 2, e però geologicamente recentissime. Altrove il terreno è tempestato di frammenti di lava, di bombe vulcaniche e di lapilli, la cui copia è tale in qualche punto, da escludere ogni vegetazione e da coprire interamente il suolo sottoposto.

Procedendo dal Capo Luma verso l’interno, normalmente alla costa, il terreno si va gradatamente innalzando e cresce la quantità dei detriti sparsi alla sua superficie. Sorge poscia, preceduta da basse colline rotondeggianti, una catena di tre vulcanetti, che dominano la baia, denominata Monte Ganga. Il più prossimo al mare, cioè il Ganga settentrionale, presenta la sommità mozzata ed un fianco in gran parte minato. La sua altezza sul livello del mare mi sembra dover oltrepassare di poco i 300 metri. I materiali di cui è costituito sono, per la massima parte, lave frammentarie, pomicose e rossastre, scorie, lapilli e ceneri. Verso la base una squarciatura del monte mette allo scoperto le testate di potenti stratificazioni, lievemente inclinate dall’alto al basso, d’una pietra bigia omogenea, compatta, la quale, comunque a prima vista si possa confondere con una roccia metamorfica, è però una vera lava, come lo attenta la sua composizione e la struttura cellulosa che assume in alcune parti degli strati. Il più distante dal mare, dei tre coni, che è anche il più elevato, fu, a cagione della sua forma, chiamato la Sella.

Il 10 di marzo rimasi a terra quasi tutto il giorno, esplorando col più vivo interesse le adiacenze del Capo Luma e raccogliendo qua e là poche conchiglie, insetti coleotteri 3, saggi

  1. Ho veduto lungo certi burroni, scavati dalle acque alle falde del monte Ganga, strati di arena convertiti in una sorta di arenaria pel contatto d’una colata di lava.
  2. Queste appartengono al periodo postpliocenico.
  3. Le conchiglie terrestri raccolte sono soltanto due piccole specie di Bulimus. Gli insetti appartengono ai generi: Zophosis (3 specie), Adesmia (2 specie), Sepidium (2 specie), Oenera, Opatrum e Cordiophorus (una specie di ciascuno).