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18 | viaggio nel mar rosso e tra i bogos. |
II.
L’Africa si pose in viaggio l’indomani del nostro arrivo, cioè il 2 marzo, alle 4 pomeridiane.
Appena usciti dalla rada di Suez osservammo un gran numero di uccelli marini, fra i quali primeggiavano gabbiani e sterne, e vedemmo poi un immenso stuolo di questi volatili che seguiva due barche peschereccie per cibarsi dei residui gettati in mare dai pescatori.
In quel giorno e nel seguente scorgemmo sempre le due rive del golfo di Suez, qua basse e lievemente ondulate, là sollevate in maestose catene erte di picchi scoscesi e lacerate da profondi burroni. All’altezza di Tor salutammo sulla costa asiatica il gruppo imponente del Sinai, e sulla opposta le vette sublimi dell’Acrab. Queste, come tutte le montagne che sorgono sulle rive del Golfo Arabico, somigliano ad immani scogliere logorate da un antico mare prosciugato, e presentano un aspetto loro proprio, dovuto forse alla loro costituzione geologica ed alla assoluta mancanza di vegetazione. La vivida luce onde sono illuminate e la trasparenza dell’aria ne fanno risaltare a gran distanza i contorni e le anfrattuosita con mirabile nitidezza; di più, secondo lo stato dell’atmosfera e l’ora del giorno,