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Al Sig. GINO GALLI

(che richiedevami alcuni versi per il suo Album)


Eterna, unica musa dell’uomo, è il dolore


Perchè richiedermi, Gino gentile
     Un don poetico, un fior d’Aprile?
     Oh delle lacrime a cui son usa,
     Credi, non nutresi nessuna musa!

Pure se al flebile inno del pianto,
     Ardissi sciogliere il mesto canto,
     Al riso fervido di giovinezza,
     Che t’empie l’anima di tanto ebbrezza,

Risonerebbero gravi e dolenti
     D’un melanconico cuore gli accenti....
     Ed il suo spirito turbar non voglio
     Con il peso inutile del mio cordoglio!

          Possa la vita tua correr beata
               Fra i congiunti più cari e prediletti,
               E ti prolunghi il ciel l’avventurata
               Ebbrezza dei piaceri, e degli affetti....
                    E quando il fine d’una lunga vita
                         Spengerà nel tuo cuore ogni desio,
                         Confortino la mesta dipartita,
                         La casta sposa, i figli amati, e Dio!