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di Rimino viene descritta (49)1 pulchra aspectu, plurimis dotibus locupletata, fœmina belligera, fortis, et constans in proposito, gratia populo, et placita oculis Principis, ex quæ nonnullos habuit filios, et filias, inter quos Pandulphum, et Lucretiam. Anche il Clementini (50)2 scrive che Sigismondo amò Isotta, e riverì non tanto per le bellezze singolari del corpo, quanto per le doti dell'animo, e per essere letterata, e di gran governo, siccome nel reggere la Città in absenza del marito diede chiari segni. Quindi è che Sigismondo non aveva in alcuno, nè meno de' suoi figliuoli, maggior confidenza che in lei, ne di ciò si può recar più chiara prova che l'ultima sua volontà; perciocchè giunto a morte sul principio di Ottobre del 1468. lasciolla per testamento fatto sin dai 23. d'Aprile del 1466. (51)3 sua Erede insieme con Salustio suo figliuolo naturale; ed inoltre lasciò particolarmente alla cura di lei la custodia della Città, e della Fortezza. Accidit per eos dies, così ciò riferisce il mentovato Cardinal di Pavia (52)4, Sigismundum, qui a Peloponnesiaco Venetorum bello in Italiam redierat, valetudine assidua fatigatum Arimini vita excedere, relicta arcis, Civitatisque custo-

  1. Cioè nella Cronica ms. composta da Fr. Alessandro da Rimino citata di sopra alla nota 12.
  2. Raccolto cit. Lib. II. pag. 470.
  3. Il detto Testamento si conserva nell'Archivio pubblico di Rimino.
  4. Loc. cit.