Pagina:Isotta da Rimino Mazzucchelli.djvu/35

fabulis, et profanis emblemmatibus universam delineavit, ut non Sanctorum templu, sed Ethnicorum videatur delubrum, aggiunge che ad hæc minus Christianæ addidit suæ Amasiæ Mausoleum opere, et materia pulcherrimam, adiecto gentili more hoc epitaphio:

DIVÆ ISOTTÆ SACRUM.

Veramente il Garuffi si è adoperato (43)1 per difendere Sigismondo da queste, e da alcune altre accuse dategli quivi dal Vaddingo dietro alle traccie d'Enea Silvio, notando particolarmente che l'Iscrizione non dice DIVÆ, come quelli lessero, ma D. che può piuttosto intendersi come DOMINÆ, o DOMNÆ, e che quand'anche volesse dir DIVÆ, non altro, secondo il senso dato a questa voce dagli antichi, volle significare che Eroina, o Donna Illustre. Suppone per altro il Garuffi che Isotta fosse allora sua moglie, di che io assai dubito, come dirò appresso, e che morisse in detto anno 1450; nel che certamente s'inganna. In fatti ella visse molti anni in gran concetto presso a Sigismondo anche pel sollievo che gli dava nel governo de' suoi Stati, allorchè egli per le sue cariche militari stavasene lontano.

Seguita dunque la morte della mentovata Polissena, passò Isotta dal grado di concubina

  1. Garuffi, Lettera Apologetica cit.