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Tempio di S. Francesco di Rimino da lui intorno a que' tempi fatto edificare, nella quale venne in fatti dopo la sua morte seppellita, siccome dall'apertura del suo avello fatta nel 1756. siamo venuti in chiaro (39)1. Sigismondo fece costruire questo sepolcro nella Cappella di S. Michele in sito molto alto. Vi si vede sostenuto da due Elefanti, e al di sopra si trova un padiglione di marmo, che lo circonda, il quale al di dentro è d'azzurro marino, e al di fuori è tutto dorato, a cui si appoggia l'arma del Casato, ch'è posta sopra l'arca; e sopra detto padiglione si veggono due teste d'Elefanti con due cartelle di marmo, ch'escono dalla bocca di detti Elefanti con questo motto preso da' libri della sapienza di Salomone: Tempus loquendi, tempus tacendi. Il collo d'essi Elefanti è cinto d'una corona di bronzo dorato, e al di sopra delle teste de' medesimi stanno due ale pur di marmo dorato. In mezzo alla facciata del sepolcro si trova una cartello di bronzo dorato con questa Iscrizione intagliata anche al piede d'esso sepolcro:

  1. Due descrizioni abbiamo alle stampe dell'apertura degli Avelli che sono dentro e fuori della Chiesa di S. Francesco di Rimino, spettanti alla famiglia de' Malateste già padroni di quella Città, la quale apertura fu fatta alla presenza di alcuni Gentiluomini nell'Agosto del 1756. L'una fu scritta dal chiarissimo Sig. Ab. Gio. Antonio Battarra, al quale è piaciuto d'indirizzarla al mio nome, è stampata nella Raccolta Milanese del 1757. In Milano nella stamperia d'Antonio Agnelli 1757. in 4. L'altra iscritta d'altra penna, è stata pubblicata nelle Novelle Letter. di Firenze del 1757. alla col. 262. e segg.