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Poeniteat mentem stimulis tentasse pudicam,
Sola Sigismundi dicat Isotta Dei.
Li componimenti del Porcellio abbracciano una metà in circa degli altri quattro Libri intitolati Isottaei; e questi consistono in Elegie distese alla guida delle Epistole Eroidi di Ovidio. Seguono poscia tre Poemetti di Basinio in versi esametri in lode di Sigismondo; un altro del Trebanio, ed uno di Taddeo Prete Bolognese amendue pure in versi esametri; un altro di Roberto Flaminio in versi elegiaci, ed uno del Guarino Veronese pure in versi esametri. Ora non vi ha lode che in questa Raccolta non sia data ad Isotta massimamente dal Porcellio. Se vi si parla del suo ingegno, non vi fu nissuna Dea, o Greca, o Latina, di lei più illustre:
Quid loquar ingenium, quo non praestantior ulla
Sive Pelasga Dea est, sive Latina Dea ec.
Isotta, al dir del medesimo Poeta, superò Tindari nella bellezza, Saffo nella Poesia, e Penelope (elogio veramente notabile) ne' suoi costumi:
Tyndaris illa quidem specie tibi, carmine Sapho,
Penelope cedet moribus ipsa tuis.
Oltre la Poesia, al dir dello stesso, le fu famigliare la Fisica, e la Filosofia morale:
Ausa es tu rerum scitari, foemina, causas,
Verbaque Socraticis, vis adeunda viris.
In somma non fi fu Donna, non vi fu Dea da