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Vix utero fueram vitales missa sub auras,
In matris funus nata puella meae,
Parvula cum parvum, poteram qua mente colebam,
Inque meo solus pectore sempre erat.


Questa Isotta fu per altro di Famiglia nobile, e delle più illustri di Rimino, detta degli Atti (18)1, la quale, fra le altre cose che la distinguevano, aveva un magnifico Palazzo situato quasi in faccia a quello di Sigismondo, detto del Cimiero, dove abitavano i Malateste prima d'aver fabbricata la Rocca (19)2.
Una tale situazione della Casa d'Isotta aprì per avventura a Sigismondo il primo adito a' suoi amori con essa; e questo Palazzo degli Atti passò di poi in potere di Sigismondo che quivi pur fece il suo testamento (20)3: indi passato Rimino sotto il dominio della Chiesa,

  1. Della nobiltà della Famiglia degli Atti si hanno chiare prove in un processo di lite, che colla Comunità di Rimino ebbe Antonia figliuola d'Isotta, del quale parlerò appresso. Quivi, fra le altre cose, si vede, che il Nonno d'Isotta è chiamato Magnificus Dominus Alius de Aliis nobilis Ariminensis. Anche dalle Poesie del Porcellio composte in lode di lei, delle quali farò poscia ricordanza, viene confermata la nobiltà, e antichità do quella Famiglia, così esprimendosi:

    Adde genus, proavos, claramque a nomine gentem,
    Et Patriam, et tanta nobilitate Patres.

    Quì perciò si possono correggere due errori in tale proposito; l'uno dell'Uguetan, che nel suo Voyage d'Italie impresso a Lyon 1681. in 12. scrive a car. 124. che Isotta era una semplice Cittadina di Rimino, une simple Burgoise; l'altro del Preudomme, che nella Prefazione alle accennate Poesie del Porcellio cadde nell'altro estremo, dicendo che Sigismondo prese la moglie Isottam Principis Ariminensis filiam.

  2. Marcheselli, Pittura di Rimino, pagg. 46. e 47.; e Martiniere, Diction. Geograph. della ristampa di Venezia alla Voce Rimino annotaz. (f).
  3. Clementini, Raccolte cit. Lib. II. pag. 471.