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la Chiesa per 12 e più anni, gli succedette Desiderio abate di Montecassino, che prese il nome di Vittore III. E siccome fu questi uno degli uomini più illustri di Benevento, così non posso omettere un breve cenno sulla sua vita.

Della gente Epifania discesa dai longobardi principi di Benevento, come scrive il de Vita, (Thesaurus alter Antiquit. Benevent. Diss. VI, cap. 6.) fu Desiderio monaco benedettino, nel secolo chiamato Dauferio. Leone IX, il quale erasi recato a Benevento per combattere i normanni invasori delle nostre terre, avendo udito della santità e dottrina di Desiderio, lo volle in Roma. Ma, non confacendogli il clima di Roma, Desiderio, seguendo il consiglio dei suoi medici, trasse a Salerno, ove contrasse intima amicizia col celebre Alfano, prete di alto senno e di preclari natali, e non pure egregio medico, ma anche insigne poeta e valente musico, secondo che davano i tempi. Alfano seguì Desiderio in Benevento, e quando Vittore II nel 1052 si recò in questa città, antivedendo Alfano che i suoi germani sarebbero stati probabilmente accusati di aver participato all’assassinio del principe Guaimerio, avvenuto poco innanzi, stimò cauto avviso di farsi a visitare il pontefice nella speranza di acquistarsene la benevolenza. Egli avea seco alcuni codici di molto pregio, a cui aggiunse diverse medele speciali, di cui faceasi gran conto in quei tempi, e insieme a Dauferio, e all’arcivescovo di Benevento, verso la Pasqua del 1055 si presentò al papa, di cui bentosto seppe cattivarsi la simpatia e la stima. Indi rimasto affatto libero di sè per la lontananza del papa, impetrò licenza di partirsi con Desiderio e prender l’abito in Montecassino. Quivi furono ricevuti amendue con allegrezza da non dirsi, ed Alfano vestì l’abito dei benedettini; ma di lì a poco il principe Gisolfo lo astrinse a far ritorno in Salerno, ove nel 1057 lo nominò abate di S. Benedetto, e nel marzo del 1058 fu destinato all’arcivescovado di Salerno. E Dauferio, che nel chiostro prese il nome di Desiderio, fu al cospetto del papa Stefano II, con grandissima allegrezza dei monaci, eletto con segreto squittinio abate di Montecassino.

A Stefano il 24 gennaio 1059 successe Niccolò II, uomo