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manno si prostrarono ai piedi del Vicario di Cristo, ed avutane la benedizione e il perdono, lo condussero in Benevento, ove, malgrado i segni di religiosa umiltà, il papa fu loro prigioniero per il corso di otto mesi.

In Benevento seguì poco stante un accordo pel quale i Normanni riconobbero dal pontefice come scudi tutti gli stati da essi acquistati, nonchè quelli che avrebbero conquistati nella Puglia, nella Calabria e nella Sicilia, egli giurarono, se pro suis, quos perdiderat militibus, sibi per omnia esse fideles. Dopo di ciò scortarono il papa sino a Capua, donde poi questi tornò in Roma, ove morì nel 1054.

Nè andò molto che i due principi longobardi Pandolfo III e Landolfo VI, esiliati sin dall’anno 1051 da Leone IX, fecero ritorno in Benevento, ed accolti assai favorevolmente dai cittadini, venne lor fatto dopo breve tempo di scacciare dalla città i normanni, e assumerne nuovamente il governo. Ma dopo l’accordo che, come innanzi è detto, ebbe luogo tra i normanni e il papa Leone, il principe Landolfo VI seguì a reggere il principato di Benevento, però con dipendenza dalla Santa Sede.

Questo principe intervenne insieme a Stefano Sculdascio, e altri nobili beneventani al sinodo provinciale celebrato nell’anno 1075 dall’arcivescovo di Benevento S. Milone; e l’ultima memoria che si ha di lui consiste in una sua concessione, in favore di un tal Dacomario cuiusdam Petri Clerici e de’ suoi eredi, di erigere delle fabbriche sopra e sotto il ponte marmoreo detto de Leprosis sul fiume Sabato, noto ora col nome di S. Cosimo dalla piccola chiesa ivi contigua, affinchè avesse potuto conservare con questi edificii i nostri molini. E gli concedette ampia facoltà di cavare la terra nella pubblica strada da servire a condurre le acque per detti molini, dandogli pure l’arbitrio di diroccare la torre denominata Catena per aprire sotto la medesima il varco ai passanti, di che si prevalsero Dacomario e altri dopo di lui. E anche oggi, per essere occupata in quel sito il tratto di strada, donde fluiscono le acque che animano i molini che sono presso il ponte di S. Cosimo, si dà la via ai pas-