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sta provincia, poi cardinale, e ora pontefice col nome di Leone XIII. Ed è questa l’origine del nuovo splendido tempio eretto alla Vergine delle Grazie in Benevento, che dopo il volgere di tanti anni, mercè i sussidii del Municipio, e più ancora le offerte assidue dei devoti, sembra ornai non lontano a ricevere il suo compimento.
CAPITOLO XII.
L’imperadore Ottone nell’anno 967, recatosi in Benevento, confermò al vescovo Landolfo tutti i beni di cui era in possesso, tra i quali giova indicare il castello di S. Angelo, le acque del lago di Siponto, il fiume Prata, il paese Varrano, e le due Badie di S. Pietro dei Dubbi e di S. Giovanni di Port’Aurea.
In quel tempo passò di vita in Benevento Landolfo III, fratello di Pandolfo I. dopo che resse quel principato col padre e col fratello Pandolfo I. per lo spazio di otto anni. E sebbene gli sopravvivesse un figlio a nome Pandolfo II, pur nonostante Pandolfo Capodiferro, che agognava di estendere i confini del suo Stato, espulse il nepote dal principato di Benevento, e nell’anno 969 ne prese l’investitura, insieme al proprio figlio Landolfo IV, che fu il quinto principe beneventano e capuano.
Dilatati in tal guisa i confini del suo principato, Pandolfo I, vedendo che i greci, assecondati da un’armata saracena, aveano riacquistata la Puglia e la Calabria, e si erano insignoriti altresì di Ascoli e di Bovino, paesi posti a poca distanza da Benevento, si mise in animo di mandare a fine col maggior vigore e alacrità che per lui si poteva l’intrapresa guerra contro i greci. E avendo chiesto e ottenuto un numeroso corpo di ausiliari dall’Augusto Ottone, con un’eletta mano di guerrieri beneventani e capuani si recò all’assedio di Bovino; ove, appena giunto, appiccò grande battaglia con l’armata greca e col presidio della città, e pose in