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Angelperga, adunato un formidabile esercito, si accampò presso Benevento, avida anzitutto di avere in sua mano l’autore di un tanto fallo. Adelgiso era intento a fortificarsi, e a tentare gli estremi sforzi della difesa, e non parea più possibile d’impedire con mezzi umani il temuto flagello d’una guerra crudele e devastatrice; ma il timore dei greci, e l’interposizione del papa Giovanni VIII furono efficaci a dissipare quel nembo che erasi addensato sulla misera città, e col condono del fallo conseguì il principe Adelgiso una pace assai decorosa dal pio e magnanimo monarca, che alla pace della cristianità posponeva assai volentieri ogni suo privato risentimento, e il volgare piacere della vendetta.

L’imperadore Ludovico, dopo la pace conchiusa con Adelgiso, fu da gravi cure di Stato richiamato in Francia, ove passò di vita nell’anno 874, e i saraceni, prendendo animo dalla sua morte, usciti di Taranto, invasero primamente il territorio di Bari, — i cui abitanti, venendo lor meno l’aiuto di Benevento, si sottoposero ai greci che possedevano un numeroso presidio nella città di Otranto,— e poi presero a infestare le terre di Amalfi, di Salerno, di Capua, di Napoli e di Benevento. Il principe Adelgiso non si tenne inoperoso in tanto pericolo, ma, limitandosi alla difesa dei proprii stati, irruppe con prospero successo contro uno stuolo di saraceni, che dava il guasto alle terre poste sul confine del principato, e ne uccise da oltre tre mila, e in poco tempo prese d’assalto il castello di Trevento. Ma non potette gustare la gioia della vittoria; imperocchè, reduce in Benevento dalla sua felice spedizione, fu spento di pugnale nell’anno 878 per mano di un sicario de’ suoi stessi nepoti per nome Potone dopo circa 25 anni di governo.

Ad Adelgiso o Adelchi successe nel principato Gaidieri o Gauderi suo nepote, il quale seppe occupare il principato, escludendo dal governo Radelgiso, figlio primogenito del tradito Adelgiso, e suo legittimo successore. Egli sin dai primi mesi del suo governo si dichiarò ostile a Landone conte di Capua, figlio a Landone II, per cui questi prese vivamente a caldeggiare il