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maggiore. Ma in seguito, e precisamente nel 1497, essendo commendatario di quella Badia il Cardinale Oliviero Carafa, il fratello di costui, a nome Alessandro, mediante un breve del pontefice Alessandro VI Borgia, ebbe facoltà di nuovamente riporle nella chiesa metropolitana.

Si ritiene dal Capaccio (lib. 1. cap. 13) e da taluni cronisti che — non tenendo il duca Buono i patti del trattato di pace — Sicone assediasse nuovamente la città di Napoli, e desse il guasto alle città di Aversa, Sarno ed Atella, e che poco dopo avesse anche combattuto con prospera vicenda i francesi, per esimersi dall’obbligo dell’annuo tributo; ma di ciò mi passo volentieri, poichè siffatta opinione non è divisa dalla massima parte degli storici delle cose di Napoli. Pare invece che, dopo la guerra coi napoletani, l’unico pensiero di Sicone fosse stato quello di accrescere la prosperità de’ suoi stati, e meritare con opere utili e di gran momento l'universale benevolenza dei suoi sudditi. E per questo fece edificare sul monte Tifata una città che dal suo nome disse Sicopoli. E poichè in Capua, di tempo in tempo, per essergli avversi i più distinti cittadini, accadeano delle sedizioni, egli piuttosto che combattere i suoi nemici a viso aperto, tentò amicarsigli, vuoi col comporre amichevolmente le civili dissenzioni, e vuoi per via di matrimoni tra le principali famiglie di Capua e di Benevento, come leggesi nelle cronache di Erchemperto e dell’Ammirato.

Sicone negli ultimi anni che resse il principato diede maggiori prove d’animo pio: dacchè oltre di avere, come si è accennato, ampliata e nobilmente decorata la nostra cattedrale, donò a Montecassino la sua corona d’oro, e avendo rinvenuto tra i ruderi del teatro beneventano molte monete d’argento, le fece fondere e coniare coll’impronta dell’Arcangelo S. Michele. Egli uscì di vita nell’anno 832 dopo sedici anni di governo, e lasciò desiderio di sè in tutti i suoi dominii. E, in verità, non può revocarsi in dubbio che — malgrado la sua politica non sempre informata ai principii della morale cristiana — fu un principe dotato di raro