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seppe amicarsi anche i Napoletani che gli si erano dichiarati infesti nei primi anni del suo governo.

Pure tutto questo non riuscì efficace a scemare il novero dei nemici che Grimoaldo erasi acquistato anche in Benevento con alcuni esempi di malinteso rigore, pei quali scapitò non poco la sua popolarità. A capo de, suoi nemici era un tal Dauferio, uomo di grandi attinenze, e che esercitava i primi ufficii civili, il quale tese delle insidie contro la vita del principe in un certo luogo presso il castello di Vietri in quel di Salerno; ma Grimoaldo, avendone avuto sentore, potè trapassare oltre senza offesa della persona, e ordinare la subita cattura dei congiurati, sicché Dauferio ebbe tempo appena di rifugiarsi in Nocera, e non andò molto che, veggendosi anche colà mal sicuro, si ricoverò in Napoli. Di ciò prese grande sdegno Grimoaldo che con poderosa armata tentò l’assedio di Napoli, per trarre memoranda vendetta dell’ospitalità largamente concessa al ribelle. I napolitani, non dando segno di temerlo, con molta audacia gli si fecero incontro, e appiccatasi tra essi una grande battaglia, venne fatto a Grimoaldo di riportare una compiuta vittoria; per modo che ben pochi dei combattenti napoletani ebbero la ventura di sottrarsi alla morte. Dauferio e il duca di Napoli datisi a dirotta fuga, e inseguiti dal nemico sino a Porta Capuana penetrarono a mala pena nella città, ove neanche si videro sicuri per essere stati investiti dalle donne degli uccisi, le quali coi visi stravolti e le armi in pugno gridavano: restituiteci, o crudeli, i nostri cari, che la vostra malvagità ci strappava dalle braccia. La città di Napoli si vide incorsa allora in assai arduo pericolo, e il duca non sapea vedere in quel frangente alcuna via di scampo. Ma Grimoaldo, niente avido di conquiste, non fu punto restio a concedergli la pace, con questo che gli si pagassero le spese di guerra, e a Dauferio, caduto in suo potere, con un esempio di clemenza, rarissimo per quei tempi, fece grazia della vita.

Ma se il principe Grimoaldo potè non soccombere in due congiure sottilmente ordite contro la sua persona, non corse assai tempo che fu vittima di una terza, a cui diede