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cea stima che il più elevato ufficio a cui possa aspirare un cittadino sia quello di deputato.

Il Torre, scriveva il Nisco, fu uno di quegli uomini che non mutano bandiera secondo il vento che spira, e che si studiano di tirare ogni cosa divina ed umana a beneficio proprio, sistema egoistico che il Macchiavelli chiamò la corruttela italiana. Di egregi capi di amministrazione e di generali distinti l’Italia non ebbe mai penuria; non così di cittadini di carattere saldo, che anteponessero l’abbandono e Toblio alle più alte cariche sociali, per non conquistarle coi raggiri partigiani, de’ quali fu sempre assai scarso il numero.

Ma il Torre rifulse anzitutto per un tal pregio, che attestava l’altezza del suo carattere, giacché, a dirla col Giusti, in tutte le vicende politiche si mantenne sempre di un sol pezzo.

Il generale Federico Torre passò di vita nel 9 decembre 1892. Le sue esequie furon quali addiceansi ai meriti di un tanto cittadino; e il Consiglio comunale deliberava di erigergli nella villa pubblica un monumento in marmo, per tramandarne ai posteri la memoria.



FINE