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gli fu commessa la direzione del reclutamento, affidandogli con tale qualità l’arduo incarico d’introdurre la leva militare nelle diverse regioni d’Italia.
Nel 1860 Benevento lo elesse deputato a quasi unanimità di voti, e gli confermò il mandato nel 1862, quando il Torre pei segnalati suoi meriti fu nominato maggiore generale; e glielo riconfermò nelle cinque successive elezioni. Nei seguenti quattro lustri il reclutamento dell’esercito fu diretto esclusivamente dal Torre, che venne promosso Tenente generale nel decembre del 1874, e le sue relazioni sulle leve eseguite in Italia si ritennero nella dotta Germania per i più esatti ed accurati lavori pubblicati in tal genere in Europa, da poter essere tolti a modello da tutte le nazioni.
Dopo il 18 marzo del 1876, il Torre avea in animo di dimettersi dal suo ufficio, non trovando giustificato l’indirizzo del governo; ma il Mezzacapo e il de Pretis lo dissuasero dal presentare le sue dimissioni. Nel novembre del 1876 il generale Torre non fu eletto deputato del collegio di Benevento, non per essere scemata nei suoi concittadini la fiducia in lui riposta, ma perchè si tenne utile alla nazione che fosse asceso al potere il partito di sinistra con una forte maggioranza, per metterlo in grado di poter attenere le sue promesse, ma il suffragio esteso nel 1882 gli ridiede il posto di rappresentante nel suo collegio di Benevento.
Nell’anno seguente conseguì tra le altre onorificenze la Gran Croce dell’Ordine Austro Imperiale di Leopoldo pei lavori di statistica militare, e la reputazione a cui salì il Torre non dipese punto, come si verificò in non pochi altri uomini politici, dalle propizie occasioni usate con accorgimento, da grandi aderenze e cause somiglianti; ma fu unicamente la conseguenza dei suoi lunghi studii, delle sue durate fatiche, della fermezza del suo carattere, e della sua illibata condotta.
Infine fu il Torre nominato Senatore del Regno nel 1884 ed egli sen dolse, poichè, coerente ai suoi principii, fa-