Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/312


– 303 –

concedere qualche libertà di stampa, Federico Torre, che aspirò sempre alle libere forme di governo, fu nel 1847 uno dei fondatori del Contemporaneo. E allorchè gli italiani, illusi dagli scritti del Gioberti, del Balbo, e di altri autori, che io chiamerei neo-guelfi, vagheggiarono la splendida utopia dell’Italia confederata con a capo il pontefice di Roma, il Torre fu nominato tenente della Guardia civica di Roma, non ostante l'opposizione del segretario di Stato, il cardinale Gizzi, e fece parte del comitato romano che, diretto da Pietro Sterbini e dal Masi, intendeva di fondare una federazione generale italiana, nel fine di assicurare l’indipendenza e la libertà della patria. E nel decembre del 1847 fu spedito in Napoli per concertare con un patriottico comitato, che ivi erasi costituito, quella potente popolare dimostrazione che fu eseguita nel 14 di quel mese, e che, se fruttò l’arresto di alcuni dei suoi promotori, indusse tuttavia Ferdinando II a promulgare la costituzione del 29 gennaio, costituzione da lui giurata e poi tradita.

Fece la campagna di quell’anno sotto gli ordini del generale Durando, e fu promosso capitano e poscia maggiore. Il Farini nella sua storia dello stato Romano parla con assai lode del Torre, e della parte da lui presa in quella memoranda campagna.

Reduce in Roma nel maggio di quell’anno dopo la capitolazione di Vicenza, con la qualità di deputato di Benevento, attese con indicibile operosità ai lavori parlamentari. Allorchè nella sera del 15 novembre ebbe luogo una clamorosa dimostrazione al Quirinale, per astringere Pio IX a nominare un ministero democratico, alcuni fanatici non eransi peritati di trasportare i cannoni della civica nella piazza, ed un pezzo era già carico e collocato di fronte al portone chiuso del Quirinale, quando il Torre — checchè ne abbia scritto in contrario il Bresciani, scrittore di setta — pose il suo corpo alla bocca di quello e impedì che fosse esploso. Nel decembre dello stesso anno fu nominato segretario del Ministero della Guerra della Repubblica Romana, e adempì con molto zelo a un tal ufficio, durante il tempo di quella