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a monte ogni progetto da lui ideato intorno alla pubblica istruzione in Benevento,1 e nel 1863 fu inaugurato nel collegio dei soppressi gesuiti l’attuale Liceo ginnasiale al quale fu dato nel 1865 il titolo di Liceo Giannone, dal nome del celebre storico napoletano. Esso fu nei primi anni assai poco frequentato per la seguente ragione.

I clericali in Benevento erano già da un pezzo dominati dall’idea, e ciò non fa specie in un paese che avea scosso di fresco il giogo dei preti, che, mediante il novello insegnamento governativo, s’intendesse combattere la religione cattolica. Ciò era evidentemente falso, ma pure allorchè si vide che la maggioranza degli insegnanti, mandati in Benevento dal Settembrini, direttore della pubblica istruzione in Napoli, si componea di religiosi e preti apostati, questo sospetto si accrebbe, e quindi moltissimi padri di famiglia si astennero e non a torto, d’inviare i figli alle scuole del nostro Liceo-ginnasiale. E in verità non può negarsi che i preti ed i frati i quali apostatarono dopo la rivoluzione in età non giovanile, fecero ragionevolmente dubitare se a ciò s’inducessero per mutate convinzioni, o per la leggerezza con cui elessero lo stato ecclesiastico, e per meglio godersi la vita. E con un timore così giusto e fondato chi mai potrebbe censurare con giustizia i nostri concittadini, se nei primi anni del novello insegnamento non riposero in tali insegnanti la stessa fiducia che non esitarono a riporre negli altri? Inoltre bisogna convenire che, essendosi verificato sottosopra lo stesso in tante altre province, un tal fatto debba essere interpetrato, come la manifestazione di un sentimento pressochè universale. E fu per queste ragioni specialmente che allorquando il Preside del nostro Liceo-Ginnasiale Sig. Romoaldo Bobba si fece a pretendere dal

  1. Il conte Carlo Torre da governadore di Benevento fu nel 1861 trasferito alla Prefettura di Lecce, e poi a quelle di Cagliari e di Ancona. Indi fu promosso a Prefetto di Torino, e poi di Milano, e nominato Senatore del regno. Egli diede le sue dimissioni allorchè ascese al potere il partito di sinistra nel 1876, e si ridusse in Benevento a vita privata.