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altre province. La luogotenenza di Napoli, con decreto emesso nel 17 febbraio 1861, rifermava il decreto di Garibaldi che dichiarava Benevento capoluogo di provincia; imperocchè sin da quando ebbe termine la Dittatura, avea fatto intendere al governadore Torre che non si sarebbero violati i precedenti accordi, non potendo sconoscere le promesse fatte dal Comitato Unitario nazionale e dal Dittatore al governo provvisorio di Benevento per i dritti, direi quasi, che a questa nobilissima città derivarono dalla rivoluzione del 3 settembre 1860.
Eppure, malgrado tali assicurazioni, sin dallo scorcio del 1860 si tentò con ogni sforzo dalle province confinanti, cui faceva ombra la nostra nascente prosperità, di togliere a Benevento la qualità di capoluogo di provincia, e di ridurla invece a un capoluogo di circondario. E la quistione si animò in guisa che dopo il decorrere di più mesi si fece ricorso alla Camera dei Deputati, che se ne occupò di proposito nella tornata del 3 aprile 1861. I Deputati Caso, Massari, Contorti e Cardente presero a sostenere la convenienza di annullare il decreto del 17 febbraio 1861; ma per lo contrario altri non meno distinti deputati perorarono con zelo in favore della provincia di Benevento, e l'ex ministro Liborio Romano conchiuse a un di presso con queste parole «Benevento ha un’importanza storica, e può vantarsi di un fatto moderno.
«Al primo sventolare dell’insegna Sabauda si sottrasse al giogo clericale, e contribuì potentemente al movimento unitario delle province napoletane.
«Questa eroica città ci schiude le porte al seggio della città eterna, ci mena al Campidoglio.
«Per tutti questi titoli, spero, si rigetti la proposta di sospendere l’esecuzione della legge».
La Camera, dopo una lunga discussione, respinse la proposta Caso con gran maggioranza. Poscia il conte Torre volse l’animo all’insegnamento del liceo, e fece pensiero che dovessero anteporsi agli altri insegnanti i nativi della nuova provincia; ma il seguìto suo tramutamento in Lecce mandò