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nuovo governo; abbattettero lo stemma papale, proclamando sovrano di Benevento Vittorio Emanuele II e i suoi successori, e istituirono un governo provvisorio, composto dei Signori Salvatore Rampone, Domenico Mutarelli, Nicola Vessichelli, Gennaro Collenea e il marchese de Simone; e il primo di essi tenne il titolo di Presidente, assumendo in momenti difficili la qualità di capo del governo provvisorio. Essi occuparono il castello e il palazzo municipale, e nel giorno 5 settembre il Delegato pontificio Mons. Agnelli fu invitato a lasciare Benevento, e vi assentì dopo di avere emessa una protesta in nome del suo sovrano, e poco dopo i gesuiti ne seguirono l’esempio.
Il governo provvisorio emanò varii utili decreti, tra i quali quello dell’abolizione del nostro tribunale Ecclesiastico.
Il collegio dei gesuiti fu precariamente trasformato quasi in una caserma di garibaldini, poichè avendolo questi occupato nel primo giorno della rivoluzione, non seppero trovare altro alloggio che fosse pari a quello accomodato al loro numero e ai loro bisogni. E in quei tempo appunto venne abbellita la chiesa del Gesù col ritoccarne le dipinture, col dar luogo a varii restauri, e anzitutto col rifarne l’intero pavimento, e ciò si fece eseguire a sue spese dalla Signora Maddalena Luigia Mosti. Per la espulsione dei gesuiti non avanzarono in Benevento altre scuole pubbliche, in quanto concerne il corso classico, che quelle degli scolopii, i quali ostentavano sentimenti liberali, ma in essi facea difetto quella unione di voleri tendenti al medesimo segno che formò un tempo la potenza dei gesuiti. E dippiù essi erano divisi in due partiti, dei quali uno era devoto ai borboni di Napoli e sommesso ai provinciali dell’Ordine, e l’altro aspirava a libere forme di governo. Per ciò che spetta al loro insegnamento io non posso che lodare la massima parte degli insegnanti scolopii, poichè sebbene essi per mancanza di studentato nell’ordine. principiassero quasi il loro tirocinio agli studii cui si addicevano coll’insegnamento, pur tuttavolta, per essere forniti d’ingegno, e vogliosi dei buoni studii, riuscivano spesso a bene, e istruivano i loro allievi