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ed estesa provincia, e che ne avesse già disegnati i confini. Ma ciò non ostante la intrapresa convenzione dopo qualche tempo andò a monte, poiché il governo papale pretese in cambio di Benevento, come permuta, la città di Aquila, posta al confine dei territorio pontificio, e a questo Ferdinando II. non volle giammai acconsentire.

Con lo svanire di tale speranza crebbe il malcontento dei beneventani, e specialmente dei giovani, ai quali era tolto ogni mezzo di occupare posti distinti in qualsiasi carriera. In sì misera condizione di cose non fruivano i beneventani che di due soli vantaggi, troppo scarso compenso a tanto cumulo di mali. Il primo vantaggio era riposto in una certa misura di libertà civile non conceduta ai napoletani, gementi allora sotto il giogo d’un immane governo, che ascriveva a colpa nei sudditi anche i semplici desiderii d’un libero reggimento. Nondimeno se, nei limiti del territorio beneventano, non era pei cittadini un delitto l’amor di patria, come nelle province del reame di Napoli, ed anzi poteano essi dir corna del re e del papa senza darne conto ad alcuno, guai però a chi, lungi un palmo dai nostri confini, si fosse attentato di parlare in modo irriverente del re di Napoli, o avesse accennato a qualche speranza di risorgimento nazionale.1 Ma se, fino a un certo segno, non era inceppata in Benevento la libertà della parola era per lo contrario del tutto schiava la stampa, stante la duplice censura preventiva, cioè la governativa e la ecclesiastica. Con tutto ciò non può negarsi che tornava facile eludere in ciò la legge e infischiarsi di tutto, col porre sotto il titolo dell’opera il nome di una lontana o straniera tipografia, poiché in tali casi niuno si dava la briga d indagare la verità del fatto, e in questo modo potè ese-

  1. E infatti un mio germano, a nome Domenico, per alcune ardite parole che volse nel prossimo comune di Apice a certi contadini adunati sul sacrato di una chiesa, mentre suonava a messa, addivenne segno alle persecuzioni del governo napoletano, che ne chiese inutilmente la consegna, sicché per evitare danni maggiori credette indispensabile di preserp tersi spontaneo nel carcere, ove languì per più anni.