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dottò la massima che i piccoli stati dovessero formar parte dei più estesi dominii in cui eran chiusi, ma tuttavia fu Benevento considerata estranea al regno di Napoli, i cui sovrani tentarono sempre, aprendo nuove vie, di stornare il traffico che ivi naturalmente affluiva. Nè di ciò a quei tempi potremmo con giustizia dar loro biasimo e mala voce; poichè Benevento invece di adoperare ogni mezzo per richiamare a sè lo sviato commercio, allettando con concessione e favori i commercianti forestieri piuttosto li angariava, astringendo i regnicoli, i quali ci recavano le loro derrate, per sopperire a molta parte delle nostre occorrenze, a pagare dazii non giusti ed esagerati. E quantunque in altri secoli i papi largheggiassero con Benevento d’ogni maniera di doni e di privilegi, e la rendessero immune da qualsiasi contributo, a ristorare in parte il danno che le derivava dal suo stato d’isolamento; pur tuttavia, mutati i tempi, questa città non fu la careggiata e benevoluta, ma soggiacque alle condizioni comuni a tutto lo stato. Per la qual cosa Benevento non più colma di favori e privilegi, ma fatta segno ai moli del regno, ed estranea al bene, vide le sue condizioni peggiorare di anno in anno; tanto più che, disgiunta dal rimanente stato pontificio, per quanto provvide e benevoli fossero state le disposizioni del governo, in Benevento o esse non furono intese, o riuscirono disadatte, o troppo ampie e ineseguibili. E a tutto ciò si aggiungevano altri danni. Noi eravamo privi di un codice civile e criminale dal quale venissero rivocati i privilegi del foro, favorite le idee di ordine e di eguaglianza civile, cancellati i privilegi personali, e pel quale si fossero uguagliate le nostre condizioni a quelle degli altri popoli civili di Europa. E perciò in una città popolosa, ove senza protezioni allignavano le buone lettere e le scienze, sapea naturalmente duro a tutti il vedersi circoscritti in sì angusti confini, senza alcuna speranza futura, e senza che tanti giovani, baldi d’ingegno e di forti propositi, potessero trovar modo di aprirsi una via a un vivere onesto ed agiato.

Laonde in questo durissimo stato di cose non è a stupire