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dritti di bollo alle mercanzie forestiere. Le strade di ferro di Gapua e Nola, le bonificazioni delle terre attorno al Volturno si eseguirono con denari dello Stato. Nè omise nel tempo stesso le magnificenze da re, poichè a sue spese rifece la reggia di Napoli guasta da un incendio, decorò altri palagi a Palermo, a Capodimonte, a Caserta, a Quisisana, e rifece i quartieri militari. In breve tempo si costruirono strade, edificii comunali, lazzaretti, case di bagni minerali, prigioni col sistema penitenziario, scuole per sordimuti, ospizi ed asili per indigenti e orfanelli reietti o folli, porti a Catania, a Marsala e a Mazzara, e moli a Terranova e a Girgenti: s’istituirono consigli edilizii, monti pecuniarii e frumentarii, compagnie di pompieri, spendidi opificii, nuove accademie, nuove cattedre all’università, nuovi collegi, nuovi licei.

Si bonificarono terre paludose, si diedero alla coltura terre boscose e molta parte del Tavoliere di Puglia; si fecero ponti di ferro e di fabbrica sui fiumi, fanali a gas, fari alla Tresnel; e si stipularono ottimi trattati di commercio. Laonde quei primi 10 anni del governo di Ferdinando II furon fecondi di prosperità anche per le campagne; poichè si ebbero ubertose messi, mercati pingui, miti prezzi, e niuna famiglia era priva di un certo grado di agiatezza; e a tutto ciò aggiungendosi un insolito movimento d’industria, un notevole aumento di popolazione, e un incremento di tutte cose utili, bisogna convenire che il reame di Napoli ebbe pochi tempi più gai e lieti di quelli. Anche i liberali e i politici stranieri non negarono di essere stato splendido il primo decennio del governo di Ferdinando II, e che mentre altrove gli economisti davano in luce dei libri, in Napoli le loro più assennate teorie, senza alcuna pompa, erano applicate ai fatti.

Ma di questo benessere di Napoli non partecipava in modo alcuno la città di Benevento, sebbene avesse tutto di comune con quel reame, usi, costumi, dialetto, monete, misure e ogni altra cosa, e quantunque per la sua postura topografica avesse dovuto addivenire centro di operosità e di commercio. Egli è vero che il congresso di Vienna a-