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nel carcere di Napoli, come capo di una società di carbonari, allorchè tre suoi amici di Benevento, e furono il Barone Latini e i Signori Pellegrini e De Rosa, recatisi in Napoli, carpirono da un ispettore di Polizia un ordine di consegna in iscritto, e con tal mezzo, travestiti da impiegati addetti all’ufficio carcerario, condussero il Lopez in Benevento. Un tal fatto va ancora per le bocche di tutti; ma niente valse allo sventurato tanta fede e carità di patria negli amici, poichè dopo qualche tempo diede nuovamente negli sgherri borbonici, e gettato nel fondo di un carcere perì ivi con fondato sospetto di veleno.

Non è però a negare che Ferdinando II, nei primi anni del suo regno, ebbe in animo di migliorare lo stato, e a ciò fu tratto dal suo carattere austero e non vago di giovanili sollazzi. Egli agguagliò le spese alle entrate, scemò la sua lista civile di ducati 370 mila annui, ridusse alla metà il grosso stipendio dei ministri di Stato, rifece l’esercito, migliorandolo in tutto, e diede una nuova e ottima legge alla leva militare. Fondò l’ufficio topografico, il genio militare idraulico e di terra, il corpo degli artiglieri litorali, una riserva all’armata, fonderie di cannoni, armerie, arsenali, collegi e ginnasi militari, e ai 30 settembre 1842 istituì a Pietrarsa un ampio opificio per arti meccaniche e pirotecniche, da far macchine a vapore e di ogni altra maniera, e in ciò fu il primo in Italia. Migliorò di molto la marina napoletana che distrutta nel 1799 fu rifatta nel 1816, ed ampliò la darsena e i cantieri, massime a Castellammare, e nel 1836 fece costruire accanto alla reggia il porto militare. Molto provvide pure alla marina mercantile, fondando gran numero di scuole antiche. Riformò parecchi abusi, non riconobbe le doppie cariche, e tolse ciò che vi era di esagerato nelle pensioni e nei soprassoldi. Abolite le riserve per cause reali, ridiede le terre all’agricoltura, non ammise i dritti di portolania in Napoli, tolse il dazio gravoso alla gente minuta sulla macinazione dei grani, sminuì la tariffa doganale,soppresse la sopratassa di consumazione, e moderò i dazi su oltre cento dieci categorie di prodotti stranieri, e sui