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la morte del Cardinal Fabrizio Ruffo, abolì l’antichissima Badia di S. Sofia di Benevento, della quale lo stesso Cardinal Ruffo era abate commendatario, e ne annesse le entrate al collegio dei gesuiti coi possesso della chiesa e del monastero, che poi i gesuiti cedettero nel 1834 all’arcivescovo Bussi, per fondarvi una casa dei fratelli delle scuole cristiane.

Non si fece luogo ad alcuna innovazione, in quanto alle leggi politiche, amministrative e giudiziarie, pubblicate prima dell’ultima rivoluzione da Pio VII, e solo quando ascese al pontificato Leone XII, questi con diversi motu-proprio apportò alcune riforme alle precedenti leggi. Vennero anche fondate due così dette Podesterie, una nel comune di S. Leucio, e l’altra in quello di S. Angelo a Cupolo, alle quali aggregaronsi diversi collegi. La nomina dei due Podestà era riservata al Delegato con l’approvazione del cardinale Prefetto della S. Consulta. I Podestà emettevano dei giudicati nelle controversie pecuniarie di poco rilievo, e negli affari correzionali. L’amministrazione della giustizia civile era in Benevento affidata ad un Pretore, il quale decideva in prima istanza tutte le cause di limitato valore, ed in grado di appello le cause trattate dall’assessore civile, a cui era commessa la decisione delle cause di danno, di mercedi, di sommarissimo possessorio, e delle quistioni che nascevano nelle fiere e nei mercati, purché il valore di esse non fosse stato maggiore di scudi trecento.

L’amministrazione della giustizia punitrice era affidata ad un tribunale composto di cinque giudici; cioè dal delegato Presidente, dai due assessori, dal Pretore, e do uno dei consiglieri comunali eletti dal sovrano. Questo tribunale giudicava in prima istanza tutte le cause dei delitti più gravi, e in grado di appello quelle trattate dall’assessore comunale. L’amministrazione municipale era regolata da un consiglio composto di 48 consiglieri, compresi i magistrati, e il quale si divideva in due sezioni. I patrizii, i nobili viventi, e i cittadini appartenenti a cospicue famiglie costituivano la prima sezione, e tutti gli altri, esclusi solo coloro che eser-