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solennemente il possesso della città di Benevento. Nel mattino si chiusero le porte, e si aprirono indi a poco allo sparo del cannone, che ebbe luogo ne’ due punti estremi del paese, cioè dinanzi le porte del Castello e di S. Lorenzo. Tutta la truppa francese insieme alla civica, la quale era preceduta dalla banda musicale, si adunò nella cattedrale. Verso le ore 13 una parte di essa truppa con tamburi e musicali istromenti trasse al palagio municipale, e ne uscì poi con i municipalisti, che, adorni di una fascia a tre colori, messa di traverso, secondo l’usanza francese, e, preceduti dal commissario, si avviarono con gran pompa al Duomo, ove fu cantata la messa pontificale con l’assistenza dell’arcivescovo Spinucci, e in appresso il Te Deum. Appena si diede fine alle cerimonie ecclesiastiche, tutti in bell’ordine recaronsi nella così detta Gran Guardia, posta nel largo del palazzo arcivescovile, e li precorrea il Commissario a cavallo; il quale tenne ivi una breve concione, con la quale dichiarò che la città di Benevento col suo contado sarebbe da quel giorno dipesa dalla repubblica di Parigi, e che egli in ogni occasione ne avrebbe tolta la difesa contro qualunque nemico, e la festa ebbe termine con lo sparo del cannone. Dopo questo il Commissario, seguito dai municipalisti, entrò nel palazzo del Castello ove accolse con molto onore i più distinti cittadini, e la sera fu illuminata l’intera città.

Per una tale solennità fu fatta grazia della vita a quattro beneventani che nel giorno 20 gennaio sollevarono il popolo contro i francesi per il furto del tesoro, ma nel tempo stesso, a dare un esempio, fu fucilato Antonio Villanacci, come autore del saccheggio accaduto in tale giorno in danno dei beneventani.

Infine nella mattina del due maggio furono soppressi i seguenti Pii luoghi: due canoniche, uDa dei padri Lateranensi, e P altra di S. Angelo a Cupolo, e gli ordini religiosi di S. Domenico, di S. Agostino, dei Servi di Maria, di S. Teresa, di S. Giovanni di Dio, dei Celestini ed altri.

Le truppe francesi sgombrarono dalla città nel dì 24 maggio, e subito furono sostituite da due mila soldati della