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battaglia nella storica contrada detta Rosito o Roseto. Però dopo soli sei giorni di dimora in Benevento, il generale Cams, preso da subito timore, sgombrò coll’intero presidio da Benevento, che rimase inerme con la sola milizia urbana e col governadore pontificio. Un tal fatto, senza apportare alcun vantaggio alla città, aggravò il comune della spesa di ducati tremila per i quartieri stabiliti in case religiose, e per lo spedale istituito nel convento dei cappuccini, tuttochè per le paghe e pel vitto dei soldati avesse provveduto il governo del re, malgrado che la città gli si fosse dichiarata avversa dal dì che Roma fu retta da libere forme di governo. Indi, come si seppe che i francesi aveano espugnata la fortezza di Capua, fuggì il governadore pontificio, e il popolo, avido di libertà, elesse a suo governadore il marchese Giuseppe Pacca, patrizio beneventano, e, sollevatosi contro la pontificia dominazione, trasse con impeto dal carcere tutti i rei di qualsiasi delitto. E poscia il Consiglio comunale, a ingraziarsi i vincitori, risolvette di spedire in Capua quattro deputati, i quali furono il governadore Giuseppe Pacca, il prelato Carlo Pedicini, e i signori Antonio Zoppoli e Domenico Isernia. Costoro nel 9 gennaio 1799 si misero in cammino, e giunti presso Capua si avvennero nella vanguardia francese comandata dal generale Championnet, la quale si componeva di 70 dragoni francesi, ed era diretta in Benevento, ove giunse sull’imbrunire di quel medesimo giorno.

Championniet, il dì seguente, si mosse con tutte le sue schiere alla volta di Napoli. I lazzaroni con pietre ed armi d’ogni sorta fecero testa lungamente all’esercito francese, per modo che al valoroso Championnet non fu dato altrimenti di entrare in Napoli che sui cadaveri di migliaia e migliaia di popolani, che perirono da prodi.

La città di Napoli a quei tempi era innanzi ad ogni altra città d’Italia per coltura e dottrina, e nel suo popolo il desiderio di un libero governo prevaleva su qualsiasi altro sentimento. E però gli uomini più preclari per ingegno e sapere, che illustravano allora la metropoli del regno, accolsero con giubilo le attese riforme dei francesi; sicchè a