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Erano allora in Benevento scuole pubbliche di lingua latina, di retorica, di filosofia e di teologia nel Seminario, e nei collegi dei gesuiti e delle scuole pie. Ma con esse non si sarebbe potuto conseguire lo scopo di far rifiorire in Benevento le scienze e le lettere, senza l’efficacissimo aiuto d una pubblica biblioteca, di cui a quei tempi vedeansi ornate non pure le città principali d’Italia, ma anche le minori, come Modena, Padova, Pavia, Urbino ed altre. E a fornire appunto la città di Benevento di libreria pubblica, si adoperò sopratutto Mons. Francesco Pacca. Gli arcivescovi Toppa, Cenci ed Orsini lasciarono ad uso dei loro successori e del Seminario circa novecento volumi di libri ecclesiastici: il Pacca ne accrebbe di molto il numero coi libri che avea recati da Roma, e supplicò Benedetto XIV che gli consentisse di poter convertire ad uso pubblico i legati dei suoi antecessori. Per tal modo egli fondò in Benevento una pubblica biblioteca, aggiungendo a detti libri assai altri di scienze e letteratura, per l’acquisto dei quali profuse la somma di ducati dodicimila. E fece costruire dalle fondamenta solido e bello edilizio, dove ordinatamente furono riposti i libri, in guisa che sì potessero da ognuno comodamente studiare. E fornì alfine la libreria di alcune entrate per 1 acquisto successivo di altri libri, a seconda del bisogno, e per lo stipendio del Bibbliotecario. Gli arcivescovi Colombini e Banditi vi aggiunsero altri comodi e nuovi libri, e altri successivamente furono acquistati, dimodochè parve a tutti per lo meno esagerato il giudizio del Gregorovius, il quale affermò che, essendosi recato a visitare la nostra pubblica biblioteca, non vi trovò che una magra collezione di libri. E neanche è a tacere che in questi ultimi anni la nostra pubblica biblioteca si è arricchita di tutti i libri che costituivano la libreria privata del mio illustre concittadino, il general Federico Torre. Con tutto ciò non posso negare che ci fan difetto ancora le più importanti opere moderne, ma una tale lacuna parmi inevitabile, per essere l’entrata annuale, assai modica, da cui bisogna detrarre lo stipendio del bibliotecario, e la spesa per i minuti bisogni della li-