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vento, la quale, se non più pei fatti politici e militari, ritenne almeno per le materie ecclesiastiche un primato sulle provincie napoletane. E non poteva accadere altrimenti, stante l’angusto suo territorio e l’ampiezza della diocesi, la quale si componeva e si compone tuttora dei seguenti comuni, sparsi in diverse provincie: Bagnara, Montorso, Pastene, Maccoli e S. Angelo a Cupolo coi casali Motta, Panelli, e Sciarra, S. Leucio e Maccabei, S. Marco a Monti, Altavilla, Apice, Apollosa, Bonea, Cacciano, Campoli, Castelpoto, Cautano, Ceppaloni coi casali Chianche e S. Giovanni, Cervinara, Chianca, Chianchetella, Chiusano o Puppano, Cacciano, Foglianise, Fragneto l’Abate, Fragneto Monforte, Ginestra, Grottolella, Lapio, Lentace, Mancusi, Molinara, Montaperto, Montecalvo, Montefusco, Montemiletto, Montefalcone, Monterocchetto, Montesarchio e Cirignano, Paduli, Pagliara, Pago, Pannarano, Paupisi, Pescolamazza, Petruro, Pietradefusi, Pietra Stornina, Pietralcina, Pratola, Roccabascerana, Rotondi, S. Agnese e Calvi, S. Angelo a Cancello, S. Angelo a Scala, S. Giorgio la Molara, S. Giorgio la Montagna, S. Marco del Cavoti, S. Maria a Toro, S. Maria Ingrisone, S. Martino Sannita, S. Nazzaro, S. Nicola Manfredi, S. Paolino, S. Pietro Indelicato, Terranova, Fossaceca e Arpaise, Toccanisi, Tocco, Torrecuso, Torre le Nocelle, Torrioni, Tufo, Varoni, Vitulano, Paolisi, Casalnuovo, Greci, Lesina, Poggio Imperiale, Savignano, Baselice, Campo di Pietra, Campolattaro, Campolieto, Castelpagano, Castelvetere, Cercemaggiore, Circello, Colle, Foiano, Gambatesa, Gildone, Ielsi, Limosano, Macchia Valfortore, Matrice, Monacilione, Morcone, Pietracatella, Pontelandolfo, Reino, Riccia, S. Angelo Limosano, S. Croce del Sannio, S. Giovanni in Galdo, S. Lupo, Toro, Tusara.

Gli arcivescovi che successero all’Orsini furono tutti assai benefici, e, quel ch’è più, suscitarono una bella gara nei patrizii di concorrere a fondare istituti di beneficenza e fornirli di sufficienti entrate; e, per allegare di ciò qualche esempio, ricorderò il patrizio Paolo Capobianco, il quale fondò a sue spese un ricco ospedale per gli infermi. Nel 26 dicembre 1733 fu nominato arcivescovo di Benevento