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vento rimasero distratte dal contagio, e tra esse la più illustre di tutte, quella dei principi Tocco, famiglia dichiarata di sangue regio, come risulta da un privilegio concedutole con suo decreto da Carlo V sulla dogana di Napoli, ove leggonsi queste parole: Nihil solvant, quia sunt de sanguine regio. (La Vipera).
CAPITOLO X.
Dopo tante immensurabili calamità parve che la Provvidenza mandasse un angelo tutelare a conforto dei cittadini superstiti dal terribile contagio del 1656, allorchè nel 22 gennaio del 1680 fu da Innocenzo XI creato Arcivescovo di Benevento il cardinale Fra Vincenzo Orsini d’Aragona dell’Ordine dei predicatori, disceso dai duchi di Gravina e principi di Solofra, nato in Gravina nel 2 febbraio 1649, e non in Roma come opinano taluni suoi biografi. L’Orsini fu uno di quei rari benefattori dell’umanità che unicamente acquistarono il dritto ai giusti encomi degli storici e all’affetto della riconoscente posterità, e avendo trascorso in Benevento i migliori suoi anni, furon tali i beneficii di cui si mostrò liberale coi beneventani in poco volgere di tempo, da poter francamente asserire che di ogni utile istituzione che si vide fiorire in Benevento nell’ultimo periodo della dominazione pontificia fu autore l’Orsini. Ed in quel tempo il potere degli arcivescovi prevalse in Benevento per guisa su quello dei governatori e del comune, che, in qualsiasi cosa di rilievo che riguardasse la città, i papi e la sacra Consulta prendean consiglio solo dall’arcivescovo, e quindi l’indipendenza e l’autorità del Comune cominciarono notevolmente a scemare. Ma siffatta prevalenza ridondò forse a bene del paese, il quale sortì per il corso di circa due secoli una serie di egregi arcivescovi, che posero ogni loro pensiero a beneficare i beneventani. E poichè essi oltre il buon volere erano anche forniti di copiose entrate, potettero agevolmente migliorare in molti modi le con-