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equità fu assegnata ad essa una parte notevole della terrà di cui poi divenne erede il monastero.

Il casale dei Panelli era così detto dalla famiglia Panelli che costrusse in quel luogo la prima casa, e con esso confina il casale nominato la Motta cioè de terra mota, per essere stato in tempi antichi uno di quei castelli appellati Mote, ovvero Motte i quali consistevano in colmate di terra, cinte di fossa e di bastite con in cima una torre o castello.

La terricciuola di S. Marco ebbe un tal nome per essere posta in un luogo elevato, e fu venduta nell’anno 1086 da un tal Adenasio a Labinia badessa del Monastero di S. Maria di Porta Somma. Essa nell’anno 1321 fu annessa al Monastero di S. Pietro che n’ebbe il dominio sino ai nostri giorni.

La terra di Montorso dista quattro miglia da Benevento, e contiene nel suo perimetro una contrada detta il Palazzo, perchè in essa miransi ancora le vestigie di antiche fabbriche, acquegotti ed una peschiera di squisito magistero, per essere state ivi le vigne dei principi beneventani.

Il castello del Perrillo è lontano due miglia da Benenevento, ed è contiguo ai casali di Sciarra, che in altri tempi nominavansi Gaudini e Maccoli, e questi tre piccoli casali compongono ora un solo villaggio con una discreta popolazione.

La terra delle Pastene giace a tre miglia da Benevento, ed era un tempo feudo baronale della famiglia Memmoli, e nell’anno 1633 conseguì da Urbano VIII il titolo di contea che conserva tuttora.

Il comune di S. Leucio non è lontano che quattro miglia da Benevento, ed è diviso in dieci casali abbastanza popolosi.

Il casale dei Maccabei, che tolse anche il nome dai monaci, dista due miglia da Benevento, ed era posseduto, dai canonici Regolari Lateranensi succeduti ai benedettini.

Il feudo di Villafranca consisteva un tempo in un castello abitato, che sorgeva a quattro miglia da Benevento, munito di una fortissima rocca; in cui lo Sforza nell’anno