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In quel tempo fu anche mandato a fine l’attuale palagio comunale, posto nel bel mezzo del corso Garibaldi, e che si dice tuttora della città. E quivi ebbero luogo i consigli o adunanze municipali, mentre prima al suono di una campana si convocavano in diverse chiese; cioè nella cattedrale, nella chiesa di S. Caterina, in quella dell’Annunciata, e talora nel sacro palazzo apostolico.
Da tutto ciò si desume che liberissima era la forma di governo adottata in Benevento a quei tempi, e in parte simile a quella delle antiche repubbliche. E una tale opinione è anche ribadita dal Gregorovius, il quale nella sua monografia sulla città di Benevento scrivea: «la città si considerava come repubblica sotto l’alto patrocinio dei papi, ed essa tollerava codesta forma di supremazia papale, perchè vi trovava modo di usare una libertà maggiore di quella che un altro reggimento le avrebbe acconsentito.»
Era severamente vietato ai governadori di frammettersi in menoma guisa nelle cose del Comune, e perchè talvolta qualche governadore più mestierante volle mettervi il dito, Adriano VI con un suo breve ingiunse ai governadori che non s’intromettessero per modo alcuno negli affari comunali, salvo nei casi che le discussioni cadessero su materie di non lieve momento per la Santa Sede, e per la tranquillità dei cittadini.
In quanto poi concerne l’amministrazione della giustizia, essa fu per più di due secoli la prima gloria di Benevento, e certamente pochissime delle città secondarie d’Italia le avrebbero in ciò potuto contendere il primato. E infatti, oltre i magistrati che da soli giudicavano le cause civili e penali di minor rilievo, fiorivano in Benevento un tribunale di prima e un altro di seconda istanza, oltre un tribunale speciale per le cause canoniche. Di più il pontefice Pio II, volendo largheggiare di privilegi e liberalità coi beneventani, prescrisse che le cause in prima e seconda istanza si fossero trattate in Benevento e non altrove, e i pontefici Giulio II, Pio V e Urbano VIII rifermarono coi loro brevi un sì importante privilegio conceduto da Pio II ai beneven-