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Però, non è a tacere che durante la guerra con tanto prospero successo intrapresa da Ferdinando contro i francesi, più di una stata si studiarono questi di occupare Benevento; ma prevenuti dal re Ferdinando fallirono nel loro intento. Tentò poco dopo Monpensieri, scrive il Guicciardini, di occupare mediante un trattato Benevento; senonchè Ferdinando, avutone sentore, vi entrò subitamente con le sue genti. Mossero allora i francesi verso Benevento, e posero il campo presso il ponte nominato Finocchio, ma siccome era prossimo il tempo di riscuotere la dogana delle pecore dalla Puglia, entrata delle più importanti del reame di Napoli, così il Monpensieri, facendogli difetto i viveri, prese il cammino della Puglia, smettendo il pensiero di occupare Benevento.

Nell’anno 1497 il papa Alessandro, avido di lasciare un grande stato a Giovanni Borgia, duca di Candia, tenne un segreto concistoro nel giorno 19 giugno, ed eresse in ducato Benevento, investendone il duca Giovanni, a cui largì anche le contee di Terracina e di Pontecorvo, ma essendo stato il duca Giovanni ucciso poco dopo, per opera probabilmente del suo germano Cesare Borgia, (Azeglio) Carlo Rocca, castellano di Benevento, proseguì a tenerne il governo senza innovazioni di sorta sino all’ottobre del medesimo anno.

Sullo scorcio di questo secolo fiorì in Benevento il dottore Angelo Catone, eccellente medico, illustre filosofo, secondo i tempi, e uomo di stato, che assai fama acquistò in Italia e in Francia, e aggiunse splendore alla sua città natale, la quale si pregia soprattutto di essere stata la cuna di non pochi uomini segnalati in sapere e civili virtù.

Alcuni autori, non bene informati delle nostre cose, credettero che Angelo Catone fosse stato nativo di Sepino, antica città del Sannio, ed ora comune di Molise. Ma essi errano a gran pezza, poichè sebbene la famiglia Catone derivasse in origine da Sepino, pur tuttavia, come rilevasi dal manoscritto delle fami-