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del principe, e questi cadde in potere del patriarca, il quale, come guiderdone della riportata vittoria, fu da papa Eugenio promosso al cardinalato.

Intanto Renato, avendo ingrossato di molto il suo esercito negli Abruzzi, ben fornito di danaro, fece ritorno in Benevento, e qui seppe che Alfonso, uscito di Capua, avea posto il campo nelle vicinanze del castello di Lapollosa. Egli allora, impaziente di venire alle mani col suo nemico, si arrischiò a sfidarlo ad una battaglia campale. Ma ravveduto aragonese non volle commettere la somma delle cose alla fortuna di una giornata, e tenne intanto a bada Renato, ma questi trovò modo tuttavia di assalire con vantaggio 1 oste nemica e l’avrebbe totalmente sconfitta, se il Duca di Bari, col tenere inoperose le sue schiere nel maggior fervore della pugna, non avesse resa impossibile la vittoria.

Dopo un tal tradimento Renato d’Angiò accorse in Napoli a fine di porla in istato di difesa, ed Alfonso non tardò a cingerla d’assedio, e nel tempo stesso ordinava ai suoi duci di occupare tutte le terre che nel regno di Napoli si teneano fide agli Sforza. E benché Benevento non si fosse sottratta dal dominio del papa, il quale ne avea affidata la difesa a un valente guerriero, pur tuttavia Alfonso, conoscendo l’importanza del luogo, l’aggiunse ai suoi stati, secondo alcuni scrittori, nel 1441, e poscia la fortificò, paventandone 1 assalto. Dopo un tal fatto, scorgendo che Renato, assottigliato di forze, non potea contendergli più a lungo la conquista del regno, fattosi più audace, trovò modo d’introdurre ai 2 giugno del 1442, nella città di Napoli, mediante un acquedotto, buona parte delle sue genti. Renato, dopo una tanta perdita, per non cadere nelle mani del vincitore, come scrive il P. Giannettasio gesuita, (In historia Neapol., tom. 2, lib. 90, pag. 254) percorrendo di notte incognite strade, con la guida di un beneventano a nome Antonio, Benedettino della Congregazione di Montevergine, e superando montagne e balze colme di neve, si ricoverò infine in Benevento, come privato, e fu accolto con molta ospitalità dall’arcivescovo Astorzio Agnese che salì poi al cardinalato. E, non