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sia molto fondata, ed altri pure ritengono che Raimondo Orsini non ebbe in dono che la sola Rettoria di Benevento e per un tempo limitato.

Nel 1388 venuto a morte il re Carlo di Durazzo gli successe nel regno il figlio Ladislao, che ne conseguì l’investitura da Bonifazio IX nel 1390. In questo anno tutto il regno andò sossopra, per essersi divisi i napoletani in due grandi fazioni, una delle quali sostenne i dritti di Ladislao, e l’altra quelli di Lodovico d’Angiò, e non mancavan pure altri partiti minori, i quali contribuivano a volgere in peggio le cose. Ma in tal frangente i beneventani seguiron tenacemente il partito di Ladislao, benchè il papa per sostenerlo avesse venduti tra gli altri anche alcuni possedimenti che eran situati nel territorio beneventano.

Nè gli sforzi del pontefice riusciron vani, poichè fu per essi anzitutto che a Ladislao fu dato di superare il suo emulo, e regnare senza contesa sullo scorcio del secolo decimo quarto. E in tutto questo tempo la città di Benevento rimase incolume da qualsivoglia offesa, ma però si diede luogo a una nuova circoscrizione che restrinse maggiormente i limiti del territorio beneventano.


CAPITOLO VI.


Il re Ladislao non fu grato ai beneficii ricevuti da Bonifacio IX, perchè, seguita la morte di costui nel 1404, mosso da sconfinata ambizione, tentò d’insignorirsi dell’intero stato pontificio, e gli venne fatto agevolmente nell’anno 1406, durante il pontificato di Gregorio XII, avendo con poca difficoltà occupato Roma, Perugia, Orta, Amelio, Velletri, Terni, Todi e nel 1408 anche Benevento. Ma il pontefice Alessandro Y, non sapendosi dar pace di tali usurpazioni di Ladislao e dello scisma da lui favorito, lo dichiarò non solo decaduto dal regno, come aperto persecutore della chiesa romana,