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Benevento, racchiuso in un cuoio, il cadavere di Carlo d’Artus conte di Monteredisi, fatto prigione ed ucciso d’ordine di Giovanna I perchè ritenuto autore della violenta morte del giovinetto Andrea di lei marito, e fratello di Ludovico re di Ungheria. Un tal fatto conturbò per qualche tempo non poco la cittadinanza, ma poi, per essersi accertate tutte le circostanze di quell’uccisione, l’inganno teso ai beneventani non apportò veruna conseguenza.
Nel 1355 la quiete, e, si può anche dire, il lieto vivere dei beneventani, rispetto agli altri popoli, cominciò ad essere turbato dai napoletani; per cui il pontefice Innocenzo VI emanò una bolla per la conservazione e tutela dello stato beneventano contro chiunque avesse osato occuparlo, o in qualsiasi modo turbare il possesso della chiesa romana. Ma con tutto ciò non fu restituita la calma alla città, perchè perdurarono i napoletani ad infestare il territorio di Benevento, onde al comune fu forza nei 1358 di muoverne grandi lagnanze al papa, a fine che apportasse efficaci rimedii a tanti mali. E allora Innocenzo, a liberare i beneventani da qualunque gravezza, commise con sue lettere al celebre cardinale Egidio Albornoz Arcivescovo di Toledo e suo legato in Italia di trovar modo da indurre i napoletani a non più tentare innovazioni in danno dei Beneventani.
Egidio non indugiò la sua venuta in Italia, e riuscì con raro senno non solo a far desistere i napoletani dalle loro incursioni ed avarie contro i cittadini di Benevento; ma anche a costringere tanti altri usurpatori dei dominii pontificii a ridare la libera signoria delle città al pontefice Innocenzo VI. Trascorsero dopo un tal fatto parecchi anni d’inalterata tranquillità in Benevento, allorché Giovanna I, regina di Napoli, dichiaratasi favorevole all’antipapa Clemente VIII eletto nel 1378 in Fondi da pochi cardinali scismatici, seppe tirare al suo partito anche i beneventani, i quali presero a sostenere la causa dell’antipapa.
E quindi espulsero dalla città l’arcivescovo Ugone Guidardi, e accolsero il legato di Clemente, che in suo nome ne tolse il governo. E la fazione la quale erasi dichiarata per