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rendersi propizio il vincitore, fecero a gara per mantenere l’abbondanza delle vettovaglie nell’armata. E il pontefice avendo in animo di ristorare i danni apportati ai cittadini col saccheggio, e lo sperpero della roba, concesse alla città diversi privilegi che lo stesso re Carlo con suo ispeciale diploma rifermò ai beneventani. E nella medesima investitura data da Clemente IV a Carlo del regno delle Due Sicilie ultra e citra dell’isola, e di tutta la terra di qua dal Faro sino ai confini degli stati della chiesa, tranne la città di Benevento con tutto il suo territorio, egli è chiaro che ebbe in mira di beneficare i beneventani.

E infatti nei capitoli della bolla d’investitura, di cui si conserva copia nell’archivio della nostra città, si legge «art. XI: che il re debba stare a quello che definirà il pontefice sulla determinazione dei confini da farsi una sola volta del territorio beneventano,» e nell’art: XII si aggiunge. « che dia sicurtà ai beneventani di disporre liberamente dei loro beni situati nel regno.» E come rilevasi dalla stessa bolla questi confini furono assai ampii, poiché il distretto di Benevento conteneva i seguenti comuni e villaggi: 1. Ponte – 2. Casalduini. — 3. Campolattaro. — 4. Fragneto Monforte — 5. Fragneto l’Abate. — 6. Monte Leone, feudo di Pietra Elcina, detta anticamente Pietra Pulcina. — 7. San Severo, che oggi è un predio rustico nelle adiacenze di S. Marco dei Cavoti. — 8. S. Giorgio la Molara. — 9. S. Andrea della Molinara, noto ora col nome di Molinara. — 10. Pietra Maggiore, ossia Pietra dei Fusi. — 11. Paduli col suo sobborgo. — 12. Montemale. — 13. Timplani, ora feudo denominato Tenchiane. — 14. Apice. — 15. Merrone, terra ignota, e forse con tal nome il papa si avvisò d’indicare Morcone. — 16. Dentecane. — 17. Monte Miletto. 18. Monte aperto, questo luogo era parte della contea di Montefusco. 19. Montefusco. — 20. Tufo. — 21. Altavilla. 22. Ceppaloni. 23. Pietra Stornina. — 24. S. Martino. — 25. Cervinara. — 26. Montesarchio. — 27. Tocco. – 28. Torrecuso.— 29. Paopisi.

Carlo d’Angiò, appena insignoritosi del regno, sia per